Italia: crolla l’export e il Pil crolla

Sullo sfondo della sua “debole competitività”, l’Italia é tra i Paesi Ocse più colpiti dal calo dell’export (-20,9% nel 2009) assieme a Giappone e Germania, scrivono gli economisti dell’Ocse. Ma anche la domanda interna continuerà a diminuire nel 2009 (-4,2%) per riprendersi solo leggermente nel 2010 (+0,3%). Una situazione che porta l’Ocse a stimare un calo del Pil del 5,5% nel 2009.

In particolare gli investimenti fissi sono attesi in calo del 12,7% quest’anno (con un -19% per i macchinari e -7% per le costruzioni). L’aumento dei costi unitari del lavoro (+4,8% nel 2008 e +5,8% nel 2009), contribuendo al calo della redditività delle imprese che va avanti da quattro anni, é uno dei fattori che spiegano la debolezza degli investimenti. I consumi mostrano una tenuta relativamente migliore (-2,6% nel 2009 e invariati nel 2010). E’ ancora presto per capire, d’altro canto, se le vendite di auto favorite dagli incentivi saranno controbilanciate da cali in altre spese.

La disoccupazione salirà al 10,2% nel 2010 (10,5% nel quarto trimestre), mentre l’inflazione scenderà con lentezza (1,1% nel 2009 e 1,2% nel 2010). L’Ocse si aspetta che siano il ciclo degli stock e gli investimenti a dare il colpo d’avvio alla ripresa. La ricostituzione degli stock dovrebbe aiutare il Pil nel quarto trimestre di quest’anno, ma la produzione complessiva probabilmente non aumenterà fino all’inizio del 2010. Nello stesso periodo il miglioramento delle condizioni finanziarie e una ripresa dell’export mondiale dovrebbe rafforzare la ripresa degli investimenti fissi che comunque prenderà consistenza solo nel 2010.

Salari più bassi e occupazione in calo freneranno invece la crescita dei redditi delle famiglie sia nel 2009 sia nel 2010, ma il tasso di risparmio dopo essere salito all’11,2% quest’anno dal 9,3% del 2008, dovrebbe scendere al 10,1% nel 2010. I prezzi delle case che probabilmente hanno iniziato a diminuire solo a fine 2008, dovrebbero continuare a scendere nel 2009, ma sulla base della passata esperienza secondo l’Ocse questo non dovrebbe avere un impatto di rilievo sul comportamento dei consumi. Lo scenario si conclude con una nota di ottimismo: restano i rischi di un peggioramento delle prospettive, ma sono equamente controbilanciati dalla possibilità di un miglioramento superiore alle attese. La ripresa di investimenti e stock potrebbe essere infatti anticipata e maggiore rispetto alle previsione, soprattutto se le condizioni finanziarie continuano a migliorare.

Fonte: Ilsole24ore.com

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