Nel 2010 disoccupazione in aumento in Italia

L’Ocse lancia l’allarme disoccupazione in Europa, e avverte: se per alcuni Paesi si può dire che il peggio sia passato, per altri, come Italia, Francia e Germania, la gran parte dei guai per i lavoratori devono ancora arrivare. Nell’outlook sull’occupazione 2009 che è stato presentato ieri, l’Ocse afferma che la crisi finanziaria e economica, ”la più grave di questi ultimi cinquant’anni”, si è rapidamente trasformata in una crisi dell’occupazione e le prospettive a medio termine ”non sono incoraggianti”.

Il tasso di disoccupazione nell’area dell’Ocse ”dovrebbe continuare a crescere nel 2010 e nel secondo semestre aggirarsi intorno al 10%”, colpendo di fatto 57 milioni persone: ”un nuovo record dalla fine della seconda guerra mondiale”. Nel documento viene evidenziato come siano le categorie ”gia’ svantaggiate” ad essere maggiormente colpite dalla crisi: i giovani, i lavoratori poco qualificati, gli immigrati, i membri delle minoranza etniche e tra loro quelli che sono precari o lavorano a tempo determinato.

A partire del secondo semestre del 2008, osserva l’organizzazione internazionale, numerosi paesi membri e non membri dell’Ocse hanno registrato un forte calo della produzione, che ha provocato ”una flessione molto consistente dell’occupazione e un aumento vertiginoso” della disoccupazione. Dal 5,6% nel 2007, il livello piu’ basso mai registrato negli ultimi 25 anni, il tasso di disoccupazione dell’area dell’euro ha raggiunto l’8,3% nel giugno del 2009, ossia 15 milioni di disoccupati in piu’.

Nel 2010 si potrebbe dunque raggiungere i 25 milioni di disoccupati in piu’ rispetto al 2007 se si avverassero le previsioni un tasso di disoccupazione intorno al 10%.

Secondo le ultime previsioni ”la crescita della produzione tornera’ ad essere positiva solo nel corso del primo semestre del 2010 e restera’ moderata fino alla fine dell’anno prossimo”. E il miglioramento dell’occupazione, rileva l’organizzazione, ”in tutti i casi sara’ molto piu’ lenta rispetto a quello della produzione”.

Uno dei principali rischi quindi, e’ che una ”grande parte di questo forte aumento della disoccupazione acquisisca un carattere strutturale con uno slittamento di un certo numero di persone prive di occupazione verso una disoccupazione di lunga durata o l’uscita dalla vita attiva”.

L’Ocse lancia poi un vero e proprio monito all’Italia. Nonostante alcuni primi segnali di rallentamento della recessione nel nostro Paese, il rapporto sull’occupazione 2009 ”suggerisce un peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Numerosi indicatori suggeriscono che il ritmo della ripresa sara’ modesto per diversi mesi e, molto probabilmente, la disoccupazione continuera’ ad aumentare anche dopo che la crescita sara’ ripartita”. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione italiano ”e’ previsto aumentare ancora nel prossimo futuro e potrebbe anche avvicinarsi alla doppia cifra nel 2010 se la ripresa si dimostrasse priva di slancio”.

Cifre alla mano, ”l’impatto della crisi sul mercato del lavoro italiano e’ stato fino a oggi moderato rispetto a molti altri paesi Ocse. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,4% nel marzo 2009, con un incremento di 0,8 punti percentuali rispetto a un anno prima. Stime preliminari però suggeriscono un ulteriore significativo incremento nel secondo trimestre”.

Tuttavia, sottolinea l’organizzazione internazionale, ”il tasso di disoccupazione sarebbe stato piu’ alto se un gran numero di lavoratori non avesse rinunciato a cercare attivamente lavoro (il tasso di attivita’, infatti, e’ sceso di 0,4 punti percentuali in un anno, in particolare nel sud del paese)”.

Di conseguenza la proporzione della popolazione in eta’ lavorativa occupata, che era gia’ la piu’ bassa tra i paesi Ocse dopo Turchia e Ungheria, ”e’ caduta di ulteriori 0,9 punti percentuali ed ha raggiunto ora il 57,4%”.

La recessione, poi, rileva l’organizzazione internazionale, nel nostro Paese ”rischia di inasprire la povertà”. Il rapporto, infatti, mostra che, anche prima della recessione, l’11% della popolazione che viveva in famiglie con capofamiglia in eta’ lavorativa era relativamente povera in Italia (ossia con un reddito disponibile inferiore al 50% del reddito mediano), una proporzione superiore alla media Ocse del 10%. Ma, aspetto piu’ importante, piu’ del 14% delle famiglie con bambini e capofamiglia in eta’ lavorativa erano povere, un dato che piazza l’Italia al quintultimo posto dei paesi dell’area Ocse, seguita solo da Messico, Polonia, Stati Uniti e Spagna. Poiche’ queste cifre sono in gran parte dovute all’incidenza di famiglie senza lavoro, rileva l’Ocse, ci si puo’ aspettare un aumento significativo della poverta’ come conseguenza della recessione. Infatti, il 36% delle famiglie italiane senza lavoro risulta povero.

In Italia, giovani , precari e immigrati sono particolarmente colpiti dalla crisi che ha aggravvato di fatto una situazione gia’ preoccupante. Il tasso di disoccupazione giovanile, infatti, era gia’ molto piu’ alto della media Ocse prima della crisi, anche se era diminuito significativamente nel decennio precedente e la percentuale dei giovani occupati e’ 20 punti percentuali sotto la media dell’area.

L’organizzazione internazionale con sede a Parigi sottolinea inoltre che la spesa pubblica a sostegno delle politiche occupazionali in Italia ”e’ aumentata poco rispetto agli altri paesi”, anche a causa dell’elevato debito pubblico. E nonostante ”alcune azioni siano state intraprese per estendere la copertura e la durata dell’indennita’ di disoccupazione”, ”rilevanti segmenti di popolazione restano sprovvisti di una protezione adeguata per aiutarli a superare la crisi”. Anche l’accesso alla cassa integrazione da parte dei lavoratori ”resta limitata”.

Fonte: Adnkronos.com

1 Comment

  1. Andrea bullo

    In Italia ci sono 6 milioni di disoccupati attualmente e la cifra sale in media con 2000 nuove unità ogni mese !
    Berlusconi dice che tutto và bene !
    Tanto a lui non gliene frega niente dei 6 milioni di italiani disoccupati !

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