Trichet, no all’aumento dei salari

Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, in una intervista alla radio francese Europe 1 ha dichiarato che aumentare i salari sarebbe in Europa “l’ultimo errore, la cosa più stupida da fare”.

Se infatti da una parte – ha proseguito Trichet – non è possibile fare nulla “contro l’aumento dei prezzi dei carburanti e delle materie prime”, vanno comunque evitati “quelli che si chiamano gli effetti di secondo giro, ovvero altri prezzi che iniziano a muoversi verso l’alto”.

Il presidente dell’Eurotower ha inoltre puntualizzato che – osservando “i successi e gli insuccessi nella zona euro” – si evince che “coloro che hanno controllato i loro costi hanno avuto successo in termini di riduzione di disoccupazione, che è l’ obiettivo principale della maggior parte dei paesi”.

Il presidente della Bce ha poi parlato della attuale prospettiva “di medio termine in cui bisogna mantenere la stabilità dei prezzi” e ha aggiunto che contrastare l’inflazione – vera e propria “‘imposta sui più poveri” – è la “costante priorità” dell’istituto di Francoforte.

Trichet, precisando di non avere “come Bce un giudizio sui movimenti popolari nei Paesi arabi”, ha affermato che questi potrebbero “sul piano mondiale avere un effetto geopolitico ma anche economico” e che le agitazioni “si inseriscono anche in un momento in cui sussistono minacce per l’economia da parte dei prezzi del petrolio e delle materie prime“.

Quanto al ridurre il debito pubblico Trichet ha specificato che non si tratta di “un’ossessione, bensì di “una necessità”. Infatti “se non sono mantenuti i rating del credito dei governi”, i cittadini perderanno quella fiducia che è fondamentale “per creare posti di lavoro e per rassicurare i risparmiatori a livello nazionale e internazionale”.

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