Auto «verde», dall’idrogeno alla fibra plastica: Lombardia in pole

Barack Obama ha un sogno: un new deal “verde”, un futuro in cui l’industria dell’auto prosperi con nuovi standard “puliti”. Se la prospettiva si concretizzerà, sarà un’inversione di marcia rispetto alla oil-economy di Bush. Un’opportunità in più per le imprese che già hanno dimestichezza con quest’industria, che poggia le sue basi sull’utilizzo di nuovi materiali e di carburanti alternativi.

Sono numerose, in Lombardia, le realtà che da tempo operano nella filiera dell’automotive con un occhio attento allo sviluppo della futura green car. La provincia di Brescia, per esempio, è una culla dell’alluminio per la mobilità. In un territorio già tradizionalmente vocato allo sviluppo della filiera dell’automotive (vanta 120 unità locali e un fatturato di 8,2 miliardi), l’industria dell’alluminio per l’edilizia ha trovato un naturale sbocco anche nell’auto. Non è un caso, se proprio in provincia di Brescia, a Montichiari, sarà ospitata una fiera interamente dedicata al settore: Alumotive. La rassegna, dal 2 al 4 aprile, si propone di rappresentare l’intera filiera, mettendo in mostra le nuove tecnologie di trasformazione, le lavorazioni meccaniche, l’engineering e la progettazione, la prototipazione, il ricorso a nuovi materiali come polimeri, magnesio e titanio. Tra gli stand è attesa anche una delegazione da S. Pietroburgo, la “Detroit russa”, area interessante per le prospettive commerciali lombarde: 20 responsabili di aziende locali (sul territorio, stabilimenti di Ford, GM, Nissan, Suzuki, Honda) saranno in fiera per studiare nuove opportunità.

A Dello, sempre a Brescia, ha mosso invece i suoi passi in questi anni Luceat, azienda attiva nella produzione di fibra plastica. La società, guidata da Alessandro Nocivelli, collabora con la subfornitura dei principali costruttori tedeschi e dell’aeronautica. «La nostra produzione – spiega il titolare – consente una trasmissione dei dati più veloce, accompagnando la rapidità con cui l’elettronica si sta diffondendo nell’automotive». Ma Brescia guarda anche alla mobilità sostenibile. Lo fa con Horus, veicolo ibrido realizzato dalla Ept di Nave, guidata da Paolo Fusari e presieduta da Mario Ruggeri. Si tratta di un automezzo da trasporto pubblico a “estensione ibrida”, cioè con alimentazione sia elettrica che a metano, (oppure elettrica/gasolio): quando la carica degli accumulatori va sotto il 75%, il motore è alimentato alternativamente da uno dei due carburanti previsti nella configurazione scelta grazie al sistema Battery management system, in grado di misurare lo stato degli accumulatori. L’autonomia a trazione elettrica di Horus è di 260 km: trasporta 47 passeggeri a una velocità massima di 70 km/h. Horus viaggia sulle strade di 11 città tra cui Brescia (4 automezzi), Genova (8), Torino (23).

Sul fronte dei nuovi carburanti, VRV, azienda di Ornago (Mi), ha sviluppato in questi anni competenze nel settore della criogenica (trasporto e stoccaggio a basse temperature) e ha partecipato a un progetto per l’utilizzo di gas liquido naturale come carburante per autobus e taxi. «Grazie alle nostre tecnologie – spiega il titolare, Alessandro Spada – possiamo trasportare queste sostanze a temperature molto basse. In Inghilterra questo standard è già utilizzato, in Italia il progetto stenta a decollare».

È da quasi un decennio invece che il gruppo Sapio di Monza (1.100 dipendenti e 359 milioni di fatturato nel 2007) lavora per lo sviluppo della mobilità ecologica. Puntando sull’idrogeno, del quale è il principale produttore sul mercato nazionale con una quota del 60%. Con 3 milioni di investimento annuo, oggi è concentrata sulla conversione di mezzi elettrici in ibridi (batteria+fuel cell) in modo da aumentarne l’autonomia e ridurre il tempo di ricarica. O ancora sullo sviluppo di una piattaforma di bus innovativi a emissioni zero, che possano avere autonomia prolungata per l’intera giornata e contenuti costi di gestione. In questi giorni è stato avviato il piano per la creazione del primo vaporetto a idrogeno, ideato da Fincantieri, capofila di un team di 9 aziende, con il supporto di Confindustria Venezia: Sapio realizzerà il sistema di distribuzione dell’idrogeno a bordo e la stazione di rifornimento. Ha base in Lombardia, invece, il progetto Mygas, di cui è committente è la Regione Lombardia, per la sperimentazione di miscele metano-idrogeno. Un obiettivo per il quale il Pirellone ha impegnato risorse per 2,52 milioni.

«L’anno scorso – spiega la dirigente regionale Silvana Di Matteo – abbiamo pubblicato una gara internazionale: a fine gennaio la procedura è giunta al termine, con l’aggiudicazione all’Ati costituita oltre che da Sapio, da Centro ricerche Fiat, Nuova carrozzeria torinese, Fast, Agip Rete».
L’obiettivo è favorire la diffusione dell’idrogeno attraverso la sperimentazione di miscele con il metano a percentuale variabile di idrogeno (con un massimo del 30% di H2). Saranno realizzati due distributori, ad Assago e Monza e avviata una campagna di sperimentazione con utilizzo su strada di 20 Panda a miscela, che percorreranno 15mila km ciascuna.’

Fonte: Ilsole24ore.com

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