Zaia: ai giovani i terreni demaniali per rilanciare l’agricoltura e il made in Italy

Il 43% ha avuto esperienze professionali in settori diversi e uno su due ha attivato un sito Internet per far conoscere le proprie attività. E ancora: il 43% ha un fatturato superiore ai 100mila euro all’anno e ben il 70% pensa di poter incrementare il proprio business nel prossimo triennio. È l’identikit delle imprese agricole che hanno partecipato agli Oscar green, l’iniziativa promossa dai giovani della Coldiretti, con l’alto patronato del Presidente della Repubblica.

Si tratta di oltre 400 aziende, condotte da under 40, che rappresentano la punta avanzata dell’imprenditoria agricola per innovazione e rapporto con il mercato. «Non possiamo lasciare i giovani agricoltori italiani – ha sottolineato Luca Zaia, ministro per le Politiche Agricole e Forestali, presente alla cerimonia di consegna dei premi – a combattere da soli la sfida del mercato. I nostri produttori si trovano a dover competere con agricoltori che pagano i propri lavoratori meno di duecento euro al mese e che di conseguenza hanno costi di produzione molto bassi e possono permettersi di vendere a prezzi stracciati». Per questo il ministro ha assicurato il suo impegno per difendere il made in Italy (a partire dall’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine della materia prima) e assicurare l’accesso dei giovani al “bene-terra”.

Quotazioni alle stelle
I numeri sono eloquenti. «In Francia – ha spiegato Zaia – un ettaro costa mediamente 5.500 euro, in Germania 6.500, in Olanda 9.000, in Italia 25.500. Senza contare che un ettaro destinato alla produzione di Brunello di Montalcino arriva a 500.000 euro mentre un ettaro di prosecco vale 1 milione di euro». Cifre iperboliche che costringono i giovani ad ipotecare i beni di famiglia, quando ci sono. Ma presto, ha assicurato il ministro, i terreni demaniali potrebbero rappresentare un’opportunità a buon mercato. «Stiamo conducendo un censimento con il ministro dell’Economia – ha assicurato Zaia – e appena terminato il lavoro e verificato la qualità dei terreni, i beni saranno messi a disposizione dei giovani».
Per Coldiretti si tratta di un primo passo importante per sostenere gli investimenti degli imprenditori che, secondo un sondaggio Swg, in misura crescente sono donne (30%) e laureati o iscritti alle università (25%). D’altra parte la capacità di crescita e innovazione del settore è confermata dal fatto che nel primo trimestre di quest’anno sono nate 10.269 imprese in agricoltura contro le 9.014 dell’industria. Per sostenere questo trend, tuttavia, occorre un’attenzione costante al settore. Per questo il presidente dei giovani Coldiretti, Donato Fanelli, ha sollecitato le Regioni a «sostenere il pacchetto di primo insediamento nell’ambito dei Piani di sviluppo rurale e facilitare l’accesso al credito favorendo un nuovo rapporto tra banche e agricoltori».

Fonte: Ilsole24ore.com

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