Grand Hotel, è caccia allo spreco

Un’inchiesta di “Repubblica” svela che in tempi come questi, anche in grand hotel versano in ristrettezze. In Italia e all’estero gli alberghi a cinque stelle soffrono la crisi come ogni altra impresa, e dunque diventa necessario ridimensionare i costi pur di abbassare le tariffe.
D’altronde, la situazione del turismo è drammatica: il gennaio 2009 ha segnato, rispetto al gennaio 2008, un calo delle presenze di quasi il 25%.

I direttori degli alberghi s’ingegnano dunque per individuare gli optional inutili da tagliare o ridurre pur di avere modo di ritoccare al ribasso il prezziario. I racconti di alcuni turisti e manager sono talvolta sorprendenti, così come la naturale rassegnazione con cui i direttori degli hotel di lusso spiegano le tattiche di austerity messe in atto.
Ecco dunque la riduzione dell’irrigazione delle aiuole, l’abbassamento della temperatura del riscaldamento, i tagli a dolci e salumi nella prima colazione, la sparizione dei classicissimi fiammiferi con il logo dell’hotel.
La scure più drastica si è però abbattuta nelle toilette: niente ricambio di creme idratanti, saponette o bagnischiuma, a meno che non siano proprio esauriti oppure nella stanza sia arrivato un nuovo cliente.

 

Ma la notizia più sorprendente riguarda il cartello che alcuni alberghi, persino prestigiosi, hanno appeso nelle stanze degli ospiti: l’invito a non uscire lasciando la luce accesa, come insegnano spesso invano tutte le mamme. D’altronde, una maggiore sobrietà sembra apprezzata anche da molti clienti, poiché appare in linea non solo con la crisi economica ma anche con l’emergenza ambientale. I tagli alle piccole spese, inoltre, sono un’alternativa a scelte ben più pesanti, come la riduzione del personale. Le prospettive sono comunque spaventosamente nere: secondo Federalberghi si rischia in Italia la chiusura di tredicimila imprese e il licenziamento di centocinquantamila persone.

Fonte: Impresalavoro.eu

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