Letta in Kuwait per rilanciare l’economia italiana

Letta, missione in KuwaitMentre in Parlamento è bagarre per la legge elettorale, e gli italiani chiedono a gran voce seri interventi nel campo del lavoro, il premier Enrico Letta vola in Kuwait. Fonti governative hanno fatto sapere che si tratta di una mossa strategica: mantenere saldi i già esistenti rapporti commerciali e intrattenerne dei nuovi potrebbe essere decisivo per la ripresa economica del Paese. In questo senso sarebbe di vitale importanza attrarre corposi investimenti stranieri. Ma Letta ci tiene a ribadire: “Sento molti ragionamenti, tra politica interna e politica estera: questa è politica interna, economica, industriale. Il Paese oggi è il mondo, non si ferma ai confini nazionali.

Nel corso del suo ultimo soggiorno nei Paesi del Golfo, Enrico Letta ha avuto modo di incontrare il primo ministro Sheikh Jaber al-Mubarak. I due leader politici hanno siglato e ufficializzato un accordo che covava nell’aria già da diverso tempo: il Kia, ovvero il Fondo sovrano del Kuwait, investirà 500 milioni di euro nel Fsi, il Fondo strategico italiano. Il denaro sarà gestito da una società comune a governance italiana, il 20% dei suoi ricavi saranno del Kia, l’80% resteranno al Fsi. Gli investimenti invece riguarderanno le aziende italiane: l’obbiettivo è rilanciare il lavoro dando nuova linfa all’industria.

Nonostante gli intenti dichiarati, la missione di Letta è stata aspramente criticata dalla stessa Confindustria. Lo stesso Giorgio Squinzi ha ribadito la priorità di riforme strutturali nel mondo del lavoro e l’eliminazione dell’eccessiva burocrazia, elementi indispensabili senza i quali, secondo il leader di Confindustria, sarebbe inutile qualsiasi missione internazionale. Letta ha rigettato le accuse al mittente, convinto dell’importanza del raggiunto accordo: “Fuori dall’Italia credono in noi e lavorando i risultati si raggiungono. Sono fondi che creeranno lavoro. Parlano i fatti e non i discorsi.

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