Il caro-petrolio, i cui effetti aggravano la crisi che colpisce ormai da anni l’Occidente, ha portato il governo italiano, come quelli del resto del mondo, a ridefinire la politica sulla produzione energetica. Il petrolio, come il carbone e il gas naturale, fa parte delle fonti energetiche tradizionali che negli ultimi due secoli hanno sostenuto la crescita economica e industriale, ma oltre ad essere la causa principale dell’effetto serra e del surriscaldamento del globo, tali risorse sono sempre più economicamente insostenibili.
Il referendum che in Italia ha detto no al nucleare spinge il nostro Paese sulla via dell’energia rinnovabile, a tal proposito l’eolico pare essere la soluzione migliore.
Una ricerca americana condotta da Kate Marvel del Lawrence Livermore National Laboratory, in California, ha rivelato che l’energia prodotta dal vento potrebbe potenzialmente sostenere le richieste dell’intero pianeta.
Lo studio è stato fatto usando modelli matematici e considerando le sole limitazioni geologiche, ovvero mettendo da parte fattori tecnici ed economici legati più strettamente alle politiche dei singoli Paesi: i risultati sono stati straordinari. Se in modo uniforme fossero installate nel globo le pale eoliche per sfruttare i venti di superficie e le rivoluzionarie turbine atmosferiche per i venti di alta quota, si supererebbe di ben 120 volte il fabbisogno energetico della terra. È stato dimostrato come un solo paese possa potenzialmente garantirsi l’autosufficienza energetica col solo eolico.
Attualmente l’unico vero scoglio per la diffusione dell’eolico è rappresentato dagli elevati costi delle installazioni, si tratta di finanziare una politica energetica che non punta sul guadagno immediato, e sono davvero pochi i governi che hanno il coraggio di affrontare questa scommessa. Ad ogni modo alla lunga il guadagno non deriverebbe soltanto dall’autosufficienza energetica ma anche dalla creazione di molti e nuovi posti di lavoro.
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