Gli Usa studiano la nuova generazione dei biocarburanti

Anno 2012, la svolta è cominciata. In California la società Sapphire Energy apre i primi distributori per il biodiesel di nuova generazione, prodotto da alghe americane.

Ci sono molti futuri possibili, come gli universi multipli della Teoria delle Stringhe. Uno di questi scenari fa sorridere gli americani e incavolare gli sceicchi.

Prevede un mondo in cui il petrolio, che gronda dollari e sangue, non serva più. E’ stato sostituito dai carburanti bio di ultima generazione. Invece di mais o soia (troppo preziosi e inefficienti), serre e alambicchi automatizzati sfruttano le capacità chimiche dei batteri e di altri microrganismi come gli archaea (oltre alle alghe), sintetizzando l’indispensabile pieno con cui far correre auto ecologicamente corrette.

In un solo colpo i problemi energetici e i drammi geostrategici sono stati risolti. A molti non sembrerà vero, ma l’America, sempre nel mirino degli ecologisti arrabbiati e un pò strabici, sta pilotando – proprio in questo momento – una svolta che segnerà il XXI secolo. Prima ancora che Barack Obama entrasse alla Casa Bianca e proponesse la «new energy economy», le ricerche alimentavano centinaia di laboratori dalla California al Massachusetts. Ed è boom di progetti già in via di realizzazione. E fa parte del gioco se qualche annuncio suona enfatico. Succede sempre agli albori di un business. Ciò che conta è che la via è giusta e che gli Usa sono all’avanguardia.

Sapphire è una tra molte start-up. Un’altra si chiama Synthetic Genomics ed è altrettanto interessante, perché figlia di un personaggio che guarda lontano. Dopo aver decifrato il Genoma umano, Craig Venter si è convinto che la bio-benzina cambierà il mondo. Grazie al know-how genetico studia come manipolare alcuni microbi, che diventano così capaci di produrre in tempi brevi grandi quantità di sostanze grasse, da cui estrarre biocarburanti di qualità. Intanto altri ricercatori – come quelli della Arizona State University – provano a sfruttare uno dei processi più straordinari della natura: la fotosintesi. I loro batteri usano il Sole per rilasciare gli oli che, trattati, diventeranno biofuel. E le emissioni CO2? Quelle stesse «zuppe verdi» cresceranno succhiando i gas serra dall’atmosfera. Così – giurano gli emuli di Venter – il conto sarà in pareggio perfetto.

Fonte: LaStampa.it

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