Andrea Ronchi: la Green economy è il futuro del mondo

Andrea Ronchi, ministro per le Politiche comunitarie, è intervenuto al convegno “L’Italia e la green economy. Gestione e recupero dei rifiuti come green business”. organizzata dalla Fondazione Farefuturo, fondata e presieduta dal suo ex segretario di partito (An) Gianfranco Fini.
La dichiarazione del ministro del governo di centro-destra ha trattato di questa economia, però facendo alcuni distinguo.

Per esempio ha detto che, suo avviso, “La green economy è un arcipelago di cui non è facilissimo definire i confini. Include la generazione di energia ‘pulita’ basata sulle tecnologie rinnovabili, sostitutiva dei combustibili fossili, e il risparmio energetico che scaturisce dal miglioramento dell’efficienza – e in quest’ambito non poteva non constatare che – il nuovo business verde sta già generando nuovi posti di lavoro (siamo a 3,5 milioni solo in Europa) e tutti gli osservatori ritengono che potrà incidere positivamente sull’economia mondiale.

Naturalmente in questi mesi si rincorrono cifre e previsioni spesso non verificate e non verificabili. Esistono però due dati di fatto inoppugnabili. Innanzitutto – ha sottolineato il ministro – esiste una domanda sempre più imperiosa di beni e servizi ecosostenibili. L’ingente investimento di aziende e istituzioni nella lotta al global warming fa della Green Economy uno dei pochi comparti immuni dalla crisi economica degli ultimi anni”.

“A volte, infatti – ha detto Ronchi che, a suo avviso, – capita di leggere approcci un pò talebani alla questione dell’economia verde. Le domande che bisogna porsi sono semplici: può esistere una green economy senza l’industria? Può esistere una green economy senza innovazione? Può esistere una green economy senza formazione universitaria? Può esistere una green economy senza cultura? La risposta è decisamente no. Qualunque sia il paradigma economico che si vuole adottare l’economia ecologica non ha e non può avere un cuore anti-industrialista nonostante ne riconosca i danni fatti in passato e nel presente.

La Green economy quindi non è la fine dell’industria bensì un cammino di riconversione che conduce alla sostenibilità ambientale e sociale dell’industria. E questo perchè non è l’economia che depaupera le materie prime e consuma energia ma a farlo è sempre e comunque l’uomo. Dunque se la forza dell’industria italiana è il manifatturiero e se si ha come orizzonte la green economy come in passato anche Emma Marcegaglia ha detto, è dall’unione di queste due spinte e di queste due vocazioni – ha concluso il ministro – che dobbiamo ripartire”.

Fonte: Rinnovabili.it

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