Le centrali solari termodinamiche. Eccellenza italiana

Il settore della produzione energetica da fonte solare è in enorme fermento. Le previsioni sono tutte rosee e gli investimenti nel campo cominciano ad essere decisamente importanti.
Una delle tecnologie riconosciute tra le più promettenti nel campo della produzione d’energia su larga scala sono le centrali solari termodinamiche.

La fonte è dunque sempre il sole, ma la tecnica adottata prevede un processo decisamente diverso e più sofisticato, che però non incide, almeno nelle previsioni, sui costi di produzione dell’energia.

Infatti, la produzione di energia da sole attraverso tecniche termodinamiche non fa uso di celle solari e quindi non necessita di silicio, svincolandosi di fatto – soprattutto un domani – da questa materia prima, il cui costo potrebbe decisamente lievitare nel futuro.

A credere moltissimo in questa tecnica è la Siemens, che ha appena annunciato di esser entrata nella compagine societaria dell’italiana Archimede Solar Energy S.p.A. che ha in mano un brevetto mondiale dato in concessione dall’Enea nel campo dell’energia prodotta da processi termodinamici.

Ma vediamo di far luce su questa tecnica promettente. Le centrali solari termodinamiche lavorano con lo stesso principio delle centrali convenzionali con la differenza che il calore per la generazione del vapore non è prodotta dai combustibili fossili ma dall’energia solare.

Il solare termodinamico è una tecnologia basata sulla concentrazione, attraverso specchi parabolici, dell’energia solare e sul conseguente riscaldamento di un fluido la cui energia termica è accumulabile ed in grado di produrre vapore, attivare le turbine e generare elettricità.

Tale processo, basato sull’intuizione del premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, sfrutta come fluido termovettore non un olio ma una miscela di sali fusi che elimina quasi totalmente i rischi ambientali e raggiunge temperature di 550 °C superiori a qualsiasi altro fluido utilizzato in questo settore.

Confrontato con gli impianti che ricorrono all’abituale olio minerale l’efficienza delle centrali solari termodinamiche è decisamente più alta.
Il sale fuso ha, infatti, costi contenuti e permette di aumentare la capacità di stoccaggio sopperendo alle discontinuità di irraggiamento solare. In tal modo l’impianto può erogare potenza elettrica anche di notte.

Ed ora torniamo sul caso Siemens. Siemens ha acquisito il 28% delle quote azionarie di Archimede Solar Energy S.p.A., società del gruppo Angelantoni Industrie S.p.A., specializzata nella tecnologia solare termodinamica.
Archimede Solar Energy (ASE) è l’unico produttore al mondo di tubi ricevitori solari a sali fusi per le centrali del solare termodinamico, la tecnologia sviluppata e brevettata nei laboratori Enea della Casaccia Roma e di Portici.

Siemens è leader di mercato nelle turbine a vapore per centrali solari a concentrazione. Combinando queste due tecnologie sarà possibile aumentare l’efficienza degli impianti riducendo al contempo i costi di produzione.

Prima di concludere, vorremmo riportare la fase progettuale sviluppata dall’Enea, a dimostrazione che l’Italia è uno strepitoso crogiuolo di innovazione, intuizioni, tecnologia e capacità propulsiva.

La tecnologia per la produzione di energia dal sole attraverso la termodinamica si basa tutto sul tubo ricevitore, che diventa di fatto la cella solare nei tradizionali impianti fotovoltaici. Tutta la tecnologia è concentrata in questo tubo, studiato, progettato e sviluppato dall’ENEA.

Link: La tecnologia solare termodinamica sviluppata dall’ENEA: il tubo ricevitore

Fonte: 100ambiente.it

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