Inchiesta “Una poltrona per due”

Risale a ben 5 anni fa la denuncia emessa da parte di alcuni artigiani romagnoli operanti nel settore del poltronificio nei confronti della concorrenza del tutto sleale ma soprattutto illegale di alcune grandi aziende che sfruttano la manodopera cinese. Gli operai cinesi, infatti, lavorano in condizioni disumane, all’interno di capannoni fatiscenti per produrre un enorme quantitativo di divani e poltrone, che vengono poi venduti a prezzi considerevolmente inferiori rispetto a quelli che richiede il mercato.

Ovviamente la maggior parte di questi operai cinesi lavora in nero e con turni di lavoro massacranti, costretti  a riposare solo per poche ore all’interno degli stessi capannoni  o all’interno di alcuni dormitori “di massa” adiacenti a tale fabbriche.

Logicamente alle grandi aziende sfruttare la manodopera cinese conviene, e non poco. Inoltre i materiali utilizzati dagli asiatici nella produzione di divani e poltrone è di scarsissima qualità, come ad esempio la “famosa” ecopelle. Tutto ciò danneggia gravemente l’industria artigianale locale che rispetta invece la qualità dei propri prodotti ma soprattutto i propri operai, tutelandoli come prevede la legge. Infatti, a causa di questa sleale concorrenza, molte piccole imprese locali sono state costrette a chiudere, mandando così su una strada i propri dipendenti.

E’ da qui, quindi, che nasce la denuncia di Pasquale Natuzzi, fondatore del gruppo Divani & Divani e grande icona italiana dell’arredamento. Per portare avanti le propria causa Natuzzi  ha rilasciato un’intervista al noto programma televisivo della Rai REPORT, in onda sul terzo canale. Alla giornalista Sabrina Giannini il dottor Natuzzi spiega che  per affrontare la crisi di mercato che sta dilagando nel nostro Paese, è necessario innanzitutto rispettare le leggi e le regole di produzione e denunciare qualsiasi forma di concorrenza sleale. Natuzzi sottolinea poi che nella propria azienda lavorano soltanto artigiani qualificati e che, solo in Italia, sono circa 3200. Trattondosi quindi di personale qualificato, aggiunge Natuzzi, i costi della manodopera sono molto più elevati rispetto a quelli delle aziende  che utilizzano, o meglio sfruttano, quella cinese, poiché ovviamente, in questo caso,  i lavoratori sono tutti in nero e di conseguenza non vengono pagate le tasse.

Pasquale Natuzzi dichiara quindi guerra al “ meid in Itali ” a favore dell’autentico “ made in Italy” che rispetta e tutela i lavoratori italiani ma anche gli stessi consumatori, che hanno il diritto di acquistare un buon prodotto di qualità e non un “tarocco” cinese.  A tal proposito vi consiglio di visionare l’intera intervista di REPORT in questo video:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=gBXGqQwFyf8[/youtube]

Puoi anche visitare direttamente il sito RAI REPORT, dal quale scaricare il PDF di tale intervista.

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