Fallimento Bip Mobile: è caos per il credito

Fallimento Bip MobilePare ormai cosa certa e irrecuperabile il fallimento di Bip Mobile, la compagnia telefonica online e low-cost che si era proposta di rivoluzionare il campo delle telecomunicazioni. Lo scorso 30 dicembre, senza alcun preavviso, sono stati interroti i servizi così che più di duecento mila italiani si sono trovati con un cellulare inservibile: impossibile effettuare e ricevere chiamate, mentre il credito è stato congelato. Il motivo è semplice: a causa delle insolvenze della Bip Mobile, il fornitore, ovvero la Telogic Italy, ha deciso di interrompere il servizio.

Sono state letteralmente due settimane da incubo per i clienti Bip Mobile che avevano creduto nella compagnia low-cost; nei primi giorni il panico regnava sovrano, ma finalmente è arrivato l’intervento dell’Agcom, a cui ne seguiranno altri, che ha dato un po’ d’ordine. La prima mossa da fare è quella di facilitare la migrazioni degli utenti da Bip Mobile ad altre case telefoniche, conservando il medesimo numero di telefono e quindi la portabilità: l’Agcom è intervenuta in modo tale da facilitare questo passaggio, in una nota “ordina a BIP Mobile e a Telogic Italy di incrementare il numero minimo di portabilità giornaliere in uscita da BIP Mobile, mantenendo il proprio numero, da 500 a 15mila unità.

A onor del vero, gli stessi quadri della Bip Mobile hanno deciso di muoversi affinché il fallimento sia meno traumatico per i clienti: hanno chiesto alla Telogic di riattivare almeno il traffico in entrata, in modo che le persone possano per lo meno ricevere le chiamate. Si tratta di un’operazione che non richiede spese, tuttavia la Telogic deve e vuole aspettare un’eventuale nuova disposizione dell’Agcom prima di agire.

Per i clienti che vogliono assicurarsi di recuperare tutto il credito disponibile non ci sono notizie certe. Purtroppo la legislazione non è a loro favore: secondo l’articolo 17, comma 2, dell’accordo tra gli operatori risalente al 2009, le compagnie che accettano i clienti in portabilità non sono obbligate a riconoscere il credito residuo se la società di provenienza è in situazione di insolvenza o liquidazione.

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