Decreto anticrisi: approvazione del Consiglio dei ministri

Voto di fiducia sul decreto anticrisi. Il provvedimento, corretto subito dopo dallo stesso Consiglio dei ministri, è stato approvato dal Consiglio dei ministri con 166 voti a favore, 109 contrari. Al voto non hanno partecipato i due senatori del Movimento per l’Autonomia, Giovanni Pistorio e Vincenzo Oliva. Il testo che approda al Quirinale per la promulgazione, contestualmente al decreto correttivo, è dunque quello licenziato dalla Camera attraverso il maxiemendamento su cui è stata posta la fiducia. Un provvedimento cui il Governo affida la possibilità di dare una spinta all’economia attraverso la detassazione al 50% degli utili reinvestiti in nuovi macchinari e apparecchiature, che vede la riedizione ancorchè corretta dello scudo fiscale, e che si è arricchito in corso d’opera di un’altra serie di norme, tra cui il graduale allungamento dell’età pensionabile per le donne del pubblico impiego (nel 2010 si passa da 60 a 61 anni, poi l’età sale di un anno ogni due per arrivare a 65 nel 2018), ma anche la sanatoria per le golf e le badanti: costa 500 euro per ogni lavoratore. Per la regolarizzazione delle colf è richiesta una soglia di reddito di 20mila euro per i datori di lavoro single e di 25mila euro per una famiglia.

In sostanza – secondo quanto ha spiegato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti – si tratta di un complesso di interventi che aggiornano la manovra triennale anticipata da oltre 30 miliardi approvata dal Parlamento nell’agosto dello scorso anno. Dalle note redatte dai tecnici del Servizio del Bilancio della Camera, si apprende che il piano anticrisi complessivo contenuto nel Dpef reperisce risorse lorde pari a circa 27,3 miliardi per il quadriennio 2008-2011 (2,7 mld nel 2008, 11,4 nel 2009, 7,5 nel 2010, e 5,8 nel 2011), pari all’1,8% del Pil.

Lo stesso Dpef quantifica in 11,5 miliardi nel 2009-2011 gli impieghi del decreto: «Ha effetti neutrali sulla finanza pubblica, poichè utilizza quota di maggiori entrate e minori spese». Dalla tabella inserita nel Dpef relativamente agli effetti finanziari del provvedimento, si ha conferma che sono previste maggiori entrate per 1,08 miliardi nel 2009, minori spese per 154 milioni. Tra le minori entrate, 513 milioni sono appostati alla voce «sospensione di tributi e contributi per il sisma in Abruzzo» mentre per la detassazione degli investimenti in macchinari (la «Tremonti- ter»), si prevedono minori incassi per 1,8 miliardi nel 2010, 2,3 miliardi nel 2011. Come previsto, l’agevolazione potrà essere fruita a partire dal saldo di giugno 2010. Per quel che riguarda le maggiori spese correnti, si segnala il finanziamento di 510 milioni per «la proroga delle missioni di pace».

Il Parlamento chiude per riaprire a metà settembre, quando sarà il momento di mettere mano alla Finanziaria, l’ultima nell’attuale stesura e configurazione, che avrà un contenuto sostanzialmente “tabellare”. Era già chiaro prima, ma soprattutto dopo l’esplodere della crisi finanziaria globale il ricorso ai decreti legge appare ormai come lo strumento prevalente. Alla Finanziaria il compito di operare variazioni al Bilancio a legislazione vigente, appostando le macrocifre.

«L’iter del decreto si chiude in maniera ridicola e rocambolesca. Si registra l’assoluta assenza di una strategia complessiva che sappia rispondere a una crisi che sta mordendo la nostra economia», ha osservato per l’opposizione Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. La replica della maggioranza è affidata a Gaetano Quagliariello, vice presidente vicario dei senatori del Pdl: «La stagione parlamentare si chiude con la dimostrazione di una maggioranza solida e mai così compatta. La sinistra dovrebbe finalmente prendere atto della realtà». E l’Idv chiede a Napolitano di non firmare.

Tra le misure portanti del provvedimento si segnala il bonus occupazione, introdotto in via sperimentale per il 2009 e il 2010, mentre per la commissione di massimo scoperto è previsto un corrispettivo dello 0,5% per la messa a disposizione delle somme. Poi la sanatoria per i verbali elevati entro il 31 dicembre 2004 relativi a multe automobilistiche.
Quanto alla lotta all’evasione, gli ispettori del fisco potranno accedere ai dati della Banca d’Italia, Consob e Isvap, d’intesa con le stesse autorità di vigilanza.

Fonte: Ilsole24ore.com

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