Nucleare, rinnovabili e costo dell’energia elettrica

Qualche giorno fa Roberto Longo, Presidente dell’Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili (APER), in occasione del suo intervento all’assemblea annuale dell’Associazione, ha parlato di costi dell’energia elettrica, di nucleare e di fonti rinnovabili.

Longo ha presentato una serie di numeri.

Numeri veri, non quelli della propaganda e della politica.

Un piccolo imprenditore italiano acquista l’energia elettrica a 192 Euro/ MWh, un prezzo largamente superiore a quanto pagato dai suoi concorrenti europei.

Il costo industriale è pari a 52 Euro/ MWh, appena il 27%.

Ne consegue che un eventuale ricorso al nucleare può incidere solo sul 27% del costo finale dell’energia elettrica.

In particolare, ipotizzando che la fonte nucleare copra il 25% del fabbisogno energetico (come vorrebbe il governo) ed ammettendo che i costi di produzione da nucleare siano zero, il risparmio in bolletta ammonterebbe al 25% del costo industriale, cioè, 13 Euro/ MWh.

Il costo finale risulterebbe, quindi, uguale a 192 – 13 = 179 Euro/ MWh.

Longo ha poi parlato del costo sopportato dalla collettività per la diffusione delle rinnovabili, attraverso la componente tariffaria A3 della bolletta.

Il 3,12% per i piccoli imprenditori.

Appena il 2% per le utenze domestiche.

Ma se il costo finale è pari a 192 Euro/ MWh ed il costo industriale è uguale a 52 Euro/ MWh, la differenza di 140 Euro/ MWh a cosa è dovuta?

È chiaro che questa assurda sproporzione tra costo industriale dell’energia e costo finale al consumatore non può essere valutata che in termini politici, perché racchiude e copre fiscalità indiretta, finanziamento per l’espansione dei campioni nazionali (da dove giungono le risorse per l’espansione all’estero di Terna ed Enel se non dalle nostre bollette?), inefficienze (perché in Italia abbiamo i più alti costi di sistema elettrico d’Europa?), sussidi vari (nel 2008 abbiamo riconosciuto, per remunerare un servizio di interrompibilità che non è mai stata utilizzato, oltre 500 Milioni di € ai grandi consumatori industriali).

Fonte: Paroleverdi.blogosfere.it

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