Accise sui liquori, diciamo addio al limoncello

limoncelloDal primo gennaio 2015 entrerà in vigore un aumento delle accise su liquori e vini liquorosi. Sarà il quarto, dal 2013, e porterà a un aumento delle tasse del 30% rispetto a 16 mesi prima. L’impatto sul commercio di prospetta decisamente pesante, perché si è calcolato determinerà un calo dei volumi del 9,4% e del fatturato del 2,6 per cento. In termini di occupazione questo significherà la perdita di ben 6.700 posti di lavoro. Secondo le stime sarà addirittura negativo, per 2,8 milioni di euro.

È vero che le tasse dal 2013 al 2015 porteranno, secondo il Governo Renzi, 86 milioni di introiti fiscali ma a quanto pare determineranno anche 19 milioni in meno di Iva e circa 70 milioni di minori tasse sul lavoro. Da questa accisa saranno colpiti in particolare le bevande a base di alcol distillato e i cosiddetti “prodotti intermedi”, dove rientrano i vini liquorosi, come il Marsala e la Malvasia, e i vini aromatizzati, come il Vermut. Il mercato campano dei liquori in questo senso rischia il tracollo. Si stima che circa 2 mila di perdite interesseranno la sola Campania dove è estesa la produzione di liquori come il limoncello.

Quest’ultim oa quanto pare lentamente scomparirà perchè le industri saranno messe in una condizione di tassazione tale da fermare la produzione. L’altro grande problema sarà, in Campania, come nel resto d’Italia, relativo all’indotto, circa 50 mila aziende in Campania da un giorno all’altro potranno vedere distrutto il proprio futuro. “Si dimentica – spiega Sandro Boscaini, presidente nazionale di Federvini – che il settore dei liquori ha una tradizione antichissima ed è uno dei più forti, a livello internazionale, quando parliamo di Made in Italy nel settore agroalimentare. Distruggere un tale patrimonio è da pazzi”.

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