E’ un Silvio Berlusconi a due facce, quello che ieri si è presentato al partito e alla stampa. Da un lato, l’ex premier ritiene che il PDL debba abbassare i toni il più possibile sulle riforme costituzionali, pur non condividendo il metodo scelto dal governo Letta, ossia il ddl e la nomina dei 35 saggi. Perché, per dirla alla Brunetta, le riforme le fa il Parlamento scelto dal popolo e non i saggi. Ma è opinione del Cavaliere che questa non sia la fase adatta per attaccare il governo, invitando i suoi a concentrarsi sui temi economici, che meglio stanno a cuore agli italiani. Nel partito, però, è fronda aperta contro i ministri Alfano e Quagliariello, rei di avere spiazzato il PDL e fatto fuori da tutti i giochi. Durissimo è l’ex governatore pugliese Raffaele Fitto, che ha invitato il Cavaliere anche a prendere in considerazione l’ipotesi di staccare la spina al governo.
Ma quando l’ex presidente del consiglio pranza con il direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, rilasciandogli un’intervista, ecco che, invece, i toni sono tutt’altro che pacifici sull’Europa. Berlusconi avverte il premier in carica: deve ingaggiare una battaglia con la Germania di Angela Merkel. O il cancelliere tedesco capisce che abbiamo bisogno di più crescita, o viene meno la necessità di continuare in un percorso comune europeo. Perché è inaccettabile, spiega, che i tedeschi si siano arricchiti con l’euro alle nostre spalle.
Un Berlusconi agguerrito, dunque, che intende sull’economia dar vita alla potenza di fuoco di cui è capace, nella convinzione che la vera sfida (anche elettorale) in Italia sia su questi temi e non sulle riforme, pur sostenendo la necessità di arrivare al più presto al presidenzialismo e all’eliminazione del bicameralismo perfetto.
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