Il reddito medio è 22mila euro, troppo poco per risparmiare

Ventiduemila euro o poco meno. E’ questo il reddito medio degli italiani nel 2010 desunto dai modelli 730 appena presentati. Un valore cresciuto solo dello 0,43% rispetto all’anno precedente e che, considerata anche l’inflazione, complessivamente è diminuito dell’1,07%, a dimostrazione del fatto che risparmiare diventa sempre più difficile.

Il dato arriva dal convegno nazionale delle Acli che ha esaminato le dichiarazioni presentate dai contribuenti presso i suoi sportelli Caf: solo il 2% dei contribuenti italiani ha dichiarato un reddito superiore ai 75mila euro e soprattutto considerato il caro-vita degli ultimi mesi ogni contribuente si ritrova una ‘tassa’ ulteriore da 235 euro che diventano 373 per i lavoratori dipendenti, mentre i tagli agli sconti fiscali posti dal governo come ‘clausola di salvaguardia’ nella manovra rischiano di pesare ulteriormente per almeno 350 euro a famiglia.

Andando ad analizzare più approfonditamente i dati emerge come il reddito complessivo degli italiani (che non è il valore netto in busta paga) passa in media dai 21.841 euro del 2009 agli attuali 21.933 euro, ma un contribuente su tre uno su tre è sotto i 15.000 euro. Inoltre Cassa integrazione, contratti di solidarietà e rinnovi contrattuali senza aumenti incidono sul reddito dei lavoratori dipendenti, pari a 25.419 euro, cresciuto in media di appena 9 euro nell’ultimo anno.

Tra le regioni la Lombardia ha fatto registrare il reddito medio più alto con 23.930 euro (appena un +0,2% rispetto all’anno precedente) con una perdita dell’1,48% rispetto all’inflazione mentre il reddito medio più basso è dei pugliesi con 16.763 euro seguiti dagli abitanti della Basilicata a quota 16.857 euro. Complessivamente  il calo dei redditi rispetto all’anno precedente è più forte in Molise (-2,72%), Sicilia (-2,50%), Campania (-1,83%) mentre le uniche due regioni con il reddito ‘reale’ in crescita sono il Trentino Alto Adige e l’Abruzzo entra,bi di poco superiori al 2%.

Secondo Andrea Olivero, presidente delle Acli, “è evidente la condizione di difficoltà del Paese. La riforma fiscale da attuare con le legge delega del Governo deve assolutamente sostenere il reddito dei lavoratori e delle famiglie. I tagli annunciati alle detrazioni fiscali sono incomprensibili e inammissibili mentre i sacrifici vanno chiesti ai redditi più alti”.

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