La manovra d’estate verso l’approvazione del Senato

La partita al momento appare sostanzialmente chiusa. Il decreto anticrisi, sul quale il Governo ha incassato due giorni fa la fiducia della Camera, sarà approvato dall’aula di Montecitorio nella tarda mattinata di martedì e trasmesso immediatamente al Senato.

Stando alle indicazioni emerse in sede governativa, si profila una seconda lettura molto rapida, con via libera già in fine settimana.

In questa direzione spinge certamente il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, preoccupato dei rischi per la tenuta dell’intera manovra connessi a un’eventuale riapertura dei nodi politici tuttora sospesi.

La variabile politica è decisiva, ed è il motivo per il quale le stesse fonti governative e di maggioranza lasciano comunque aperto uno spiraglio per eventuali modifiche sui punti “caldi” che hanno provocato malumori nella maggioranza: la questione Mezzogiorno, che il premier Silvio Berlusconi ha intenzione di affrontare con piano straordinario ad hoc (l’Mpa è uscito dall’aula al momento del voto sulla fiducia), l’articolo 4 del decreto in materia di energia in cui di fatto si priva il ministero dell’Ambiente dei poteri di autorizzazione sui siti nucleari, che ha provocato l’accesa protesta del ministro Stefania Prestigiacomo.

In linea teorica, una terza rapida lettura da parte della Camera potrebbe essere fissata nella prima settimana di agosto, con il rischio però di affrontare temi di tale rilevanza politica in un’aula già in via di smobilitazione per la pausa estiva, senza che vi sia stato il tempo di ricompattare la maggioranza per far fronte ai malumori emersi in occasione dell’esame preliminare nell’aula di Montecitorio.

Resta in piedi anche il nodo relativo all’imposta sulle plusvalenze sull’oro non industriale della Banca d’Italia, criticato nuovamente dal Consiglio direttivo della Bce perchè «lesiva dell’indipendenza finanziaria e istituzionale dell’istituto monetario». Parere non vincolante e «non ostativo», tuttavia circostanziato: l’articolo 14 del decreto consentirebbe «una diminuzione delle risorse della Banca d’Italia che non è in alcun rapporto con l’importo dei profitti realizzati dalla stessa Banca». In più, la obbliga «a intraprendere strategie di gestione del patrimonio focalizzate sui rischi finanziari generati dalle nuove disposizioni fiscali proposte». Inoltre l’emendamento appare incompatibile «con il divieto di finanziamento monetario del settore pubblico da parte della banca centrale» e non in linea con le regole stabilite dalla Bce «ai sensi dell’articolo 26.4 dello Statuto del Sebc».

Infine, i rilievi della Corte dei Conti relativamente alla perseguibilità del danno erariale, che provocherebbero il depotenziamento della capacità d’intervento della magistratura contabile, la questione delle tasse per i terremotati abruzzesi e l’emendamento del ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini sui precari della scuola. Se sarà confermata la linea della “blindatura” del testo, le modifiche prenderanno la strada di altri veicoli normativi, alla ripresa dei lavori parlamentari in settembre.

«Non ci sono i tempi tecnici e neanche la volontà politica», ha sostenuto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. «Per il Governo non ci sarà una fase due», aggiunge il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Sul Mezzogiorno – aggiunge – «abbiamo sempre tenuto conto nella nostra politica economica di questo tema e sappiamo bene che non c’è futuro per il Sud, se non si ritrova la buona gestione ordinaria nell’amministrazione regionale e in particolare nel settore sanitario».

Il capogruppo dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, annuncia che le presidenze dei gruppi della maggioranza di Camera e Senato stanno elaborando di comune intesa «un documento politico-programmatico sul mezzogiorno, che costituirà un contributo alla riflessione del presidente Berlusconi nel predisporre il piano per il Sud». Anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno (An), ritiene non necessaria una «fase due» più espansiva sul fronte della finanza pubblica nell’azione dell’Esecutivo, ma chiede con forza al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti di voltare pagina sul Mezzogiorno «dopo un primo anno di lavoro dominato dalle emergenze».

Fonte: Ilsole24ore.com

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