Renzi attacca Cancellieri: si dimetta. E Cicchitto contro Forza Italia

Renzi attacca Cancellieri: si dimetta. E Cicchitto scontro Forza ItaliaE’ scontro all’interno dei due principali schieramenti politici. Ieri, Matteo Renzi, ospite di Servizio Pubblico di Michele Santoro su La7, ha attaccato il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, sostenendo che avrebbe fatto meglio a dimettersi e che è inaccettabile che la questione della telefonata per scarcerare Giulia Ligresti sia finita in questo modo. Renzi ha spiegato che non trova uno scandalo che sia arrivata al ministro la segnalazione, ma piuttosto che il ministro abbia commentato la vicenda al telefono, dicendo che “non è giusto”. Il sindaco di Firenze ha sostenuto che la politica dovrebbe promettere una volta per tutte di non essere più succube delle grandi famiglie economiche e di non aiutare gli amici degli amici. A questo punto, resta da vedere se Renzi spingerà i suoi senatori a votare la sfiducia al ministro, presentata dal Movimento 5 Stelle. Se così fosse, non solo cadrebbe il governo, ma potrebbe essere la fine anche del Partito Democratico.

Problemi anche in Forza Italia, dove Fabrizio Cicchitto annuncia che gli “innovatori”, ossia gli uomini vicini ad Angelino Alfano, potrebbero disertare il Consiglio Nazionale anticipato al 16 dicembre dal presidente Silvio Berlusconi. Secondo Cicchitto, solo se Forza Italia sarà un partito con una dialettica interna e non nelle mani di estremisti, allora si potrà partecipare al CN. Parole, tuttavia, che non hanno trovato conferma in un’altra “colomba”, il ministro Maurizio Lupi, che vede nell’assise un momento per ritrovare unità nel partito.

La mozione del Cavaliere troverebbe l’approvazione di 600 su 800 delegati. Una cinquantina gli indecisi, mentre gli alfaniani non andrebbero oltre i 150. Proprio per evitare di regalare tempo agli avversari interni, Berlusconi ha anticipato il Consiglio Nazionale, che si preannuncia di fuoco, visto che la mozione Alfano prevederebbe la richiesta di non staccare la spina al governo nemmeno nel caso in cui il PD voterà per la decadenza dell’ex premier.

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