Il PD è a pezzi. E’ l’immagine che ne da pure Repubblica, quotidiano di riferimento per il centro-sinistra. Il segretario Pierluigi Bersani è ormai isolato da tutti i big del partito, oltre che dall’opposizione interna dei renziani. Non solo il sindaco di Firenze, ma pure personalità del calibro di Massimo D’Alema, di Walter Veltroni, Anna Finocchiaro, Rosy Bindi e Dario Franceschini sono tutti sulla linea del dialogo con il centro-destra di Silvio Berlusconi. D’altronde, dopo un mese e mezzo dalla data delle elezioni politiche, i numeri non sono certamente cambiati e come bene ha espresso Renzi la scorsa settimana, o si cerca un accordo con il PDL, oppure non c’è la possibilità di formare un governo e si dovrà tornare subito al voto. Non si capisce bene cosa voglia, invece, Bersani, che si ostina a parlare di governo di “minoranza”, peraltro, con il rischio di vedersi bocciato al Senato, rimanendo in carica da premier sfiduciato fino a nuove elezioni.
Tanto che la stessa Rosy Bindi, non certo una fan del Cavaliere, in un’intervista poi smentita avrebbe dichiarato che il PD sarebbe ostaggio di Bersani, che il partito sarebbe senza bussola.
Ma il segretario non demorde e forse pensando più alla sfida delle prossime primarie che alla realtà dei fatti ha già preannunciato che nel caso in cui il partito gli chiedesse di sostenere la linea del dialogo con Berlusconi per formare un governo, egli rinuncerebbe all’incarico.
Uno scontro, dunque, che potrebbe portare all’isolamento completo della segreteria e alle dimissioni stesse di Bersani da leader del partito. Un’ipotesi, infine, quella della rottura tra Bersani e big, che non aiuterebbe certo il PD a ricompattarsi in vista dell’elezione del nuovo capo dello stato tra dieci giorni, con il rischio di precipitare l’Italia verso nuove elezioni già a giugno.
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