Mutui a tasso variabile: attenzione alla clausola “floor”

Le sorprese non finiscono evidentemente mai per chi ha contratto un mutuo a tasso variabile: non si fa in tempo a rallegrarsi per gli Euribor ai minimi storici (venerdì scorso la scadenza a un mese ha raggiunto quota 1,58%, quella a 3 mesi l’1,87%) che spunta fuori una nuova trappola. Alcuni mutuatari hanno infatti scoperto proprio in questi giorni che il tasso applicato al prestito da loro sottoscritto non potrà mai scendere al di sotto di un limite inferiore.

Il vincolo
Tutto questo per una clausola espressamente indicata nel contratto, che tecnicamente viene definita floor (il “pavimento”, appunto) e che a volte, ma non sempre, si accompagna al cap, il limite questa volta al rialzo che l’interesse non può oltrepassare nel corso dell’ammortamento o in parte di esso.
Ma se quest’ultimo è in genere ampiamente pubblicizzato dalle banche, che fanno leva proprio su tale aspetto per poter piazzare più agevolmente alla clientela prodotti con la “protezione”, la presenza del vincolo al ribasso, invece, non è evidentemente sottolineata a sufficienza in sede di firma del contratto. È vero che non vale per tutti i finanziamenti, ma non deve essere neppure un fenomeno così infrequente, a giudicare dai messaggi di segnalazione.

Il funzionamento
La clausola floor può assumere diverse forme: in genere si tratta di un valore ben preciso (il 4%, nel grafico a fianco), ma può essere anche un livello che varia in funzione di un altro parametro, ad esempio il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale della Bce (attualmente il 3%) maggiorato di una certa percentuale. In ogni caso si tratta di una bella disdetta per chi, visti i tempi, sperava di vedere gli interessi del proprio mutuo avvicinarsi al 2 per cento.

“Ma tutto questo è legale?”, si chiedono molti mutuatari. La risposta, purtroppo, è sì: dopotutto si tratta di una clausola che il cliente ha sottoscritto e che in teoria dovrebbe permettere alla banca di offrire condizioni migliori (sotto forma di spread limitati) nel momento in cui i tassi di riferimento sono su livelli “normali”, cioè al di sopra del limite.

Le soluzioni
Ovviare a questo problema, una volta sottoscritto e approvato il contratto, non è semplice. Certo, si può provare a chiedere di eliminare la clausola in questione rinegoziando magari altri termini del mutuo, ma deve essere chiaro che la banca non è di per sé tenuta a venire incontro al cliente e può legittimamente rifiutarsi di farlo. Per chi invece si accinge a firmare proprio adesso un nuovo finanziamento per la casa vale la regola più antica (e spesso disattesa) del mondo: leggere con attenzione il testo che si deve approvare. Forse impuntarsi sul floor non servirà a niente, ma almeno si è coscienti delle condizioni del proprio mutuo.

Fonte: Ilsole24ore.com

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