Confindustria prevede un calo del 3,5% del Pil nel 2009

La Confindustria rivede al ribasso le stime sul Pil 2009 ma è ottimista sulla ripresa dell’economia già a partire dalla seconda metà dell’anno. Il Centro studi della Confindustria prevede per il 2009 un calo del prodotto interno lordo del 3,5%, molto peggiore delle stime di dicembre (-1,3%) e anche delle previsioni fatte a febbraio (-2,5%). Timidi segnali di ripresa sono attesi dagli imprenditori italiani già nella seconda metà di quest’anno ma la crisi economica tra metà 2008 e metà 2010 costerà la perdità di 507.000 posti di lavoro. Nel 2010 gli industriali si aspettano di nuovo una crescita del Pil (+0,8%). Le previsioni presentate dal direttore del Centro studi, Luca Paolazzi sono peggiori di quelle di dicembre anche sul rapporto deficit Pil (previsto per quest’anno al 4,6% rispetto al 2,7% del 2008) e per il debito pubblico che potrebbe toccare quest’anno il 112,5% del Pil (105,8% nel 2008).

Tra i fattori che traineranno la ripresa ci saranno il calo dei prezzi dei prodotti energetici e dei tassi di interesse anche se resta essenziale il ritorno di un clima di fiducia, passaggio che avrà bisogno ancora di tempo. Il calo del 3,5% del Pil quindi – ha spiegato Paolazzi – è sostanzialmente già acquisito a causa del pesantissimo calo del Pil previsto per il primo trimestre (-1,4% sul trimestre precedente, -4,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente). Se anche si fosse di fronte a una ripresa consistente nella seconda metà dell’anno il dato non migliorerebbe molto passando al 3,2%. “Diamo la svolta nella seconda metà dell’anno – ha insistito Paolazzi – ci sono fattori che vanno in questa direzione come la riduzione dei tassi di interesse e il risparmio energetico. La gente ci mette tempo a rendersi conto che sta risparmiando”.

Secondo la Confindustria il risparmio sulla bolletta energetica dovrebbe essere nel 2009 di 35 miliardi nel complesso e di 850 euro medi a famiglia mentre sui mutui il risparmio complessivo nell’anno di quattro miliardi sugli interessi si rifletterebbe in un minor esborso di 3.200 euro per ogni famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile. La ripresa, secondo gli industriali, dovrebbe valere un +0,1% congiunturale nel terzo trimestre dell’anno e un +0,2% nel quarto trimestre ma continuerà ancora per la prima metà dell’anno prossimo l’emorragia di posti di lavoro anche se più contenuta rispetto alla crisi del 1993. Secondo la Confindustria in due anni si perderanno 507.000 posti di lavoro (-2,2%) ma se si considerano anche le ore perse per cassa integrazione (e quindi le persone che formalmente conservano il loro impiego ma in questi due anni non hanno lavorato) le unità di lavoro a tempo pieno perse saranno 867.000 (-2,8%). Il tasso di disoccupazione nel 2010, secondo gli industriali, potrebbe risalire al 9%, un valore analogo al 2001 e molto più alto rispetto ai minimi raggiunti nel 2007 6,1%). Le retribuzioni di fatto reali per occupato cresceranno dell’1% (nel 2008 erano rimaste stabili) ma il monte salari reale calerà dell’1,4% proprio a causa della minore occupazione.

Fonte: Ansa.it

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