Finanziaria: quali voci pesano di più sulle tasche delle famiglie?

La finanziaria varata dal governo ha ricevuto, come spesso succede, forti polemiche da parte dei cittadini, politici e associazioni dei consumatori. Due di queste ultime, Adusbef e Federconsumatori, effettuato una stima del peso che tale manovrà avrà sulle famiglie italiane.

La loro posizione è infatti contraria alla riforma, poichè la considerano errata e a svantaggio delle famiglie che fanno più fatica.

Si stima che le famiglie italiane nei prossimi 4 anni (al termine dei quali scadrà il termine della correzione)  dovranno sborsare oltre 1.700 euro in più l’anno. Un aumento che si somma all’inflazione che è a +2,7% l’anno, che si traduce in altri 1.461 euro. In tutto al termine dei 4 anni, le famiglie spenderanno 3.233 euro in più a famiglia.

QUALI AUMENTI PESANO DI PIU’?

Sanità: La voce sanità comporta per un singola famiglia un esborso di 315 euro in più, mentre l’erario risparmierà 7,5 miliardi (a cui vanno sommati altri 4,5 miliardi dei tagli precedenti).

Carburante: Per quanto riguarda il carburante, un pieno (grazie all’aumento delle accise) costerà di più: 60 euro l’anno. E il conto per la mancata indicizzazione delle pensioni si tradurrà mediamente in una perdita di 102 euro. Aggiungendo poi i tagli agli enti locali che ricadrebbero sui cittadini sotto forma di addizionali, si arriva a 1.106 euro.

Sconti fiscali: Anche la voce sconti fiscali prevede dei tagli: detrazioni familiari, deduzioni contributi previdenziali e detrazioni sanitarie. Il tutto per un conto che sale a 666 euro arrivando a complessivi 1.772 euro.

Pensioni: Il conto per la mancata indicizzazione delle pensioni si tradurrà mediamente in una perdita di 102 euro.

Investimenti e risparmi: Tra le voci che pesano di più sul bilancio familiare al primo posto si trova quella relativa all’imposta di bollo sui 22 milioni di deposito titoli. Se allo Stato frutterà 8 miliardi, per le famiglie comporta una spesa di 333 euro a nucleo.

Secondo Federconsumatori e Adusbef, i risultati di tali aumenti si tradurranno inevitabilmente in una drastica riduzione del potere di acquisto per ogni famiglia, che corrisponderà a un crollo dei consumi del 7-8%.

 

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