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Redditi esteri, così si dichiarano nell’UNICO

06 Giu 2012
admin
Banche, Fisco e Tributi, Risparmi

Visto che siamo in periodo di dichiarazione dei redditi è utile ricordare quali siano le norme che regolano quelli prodotti all’estero, che siano derivanti da lavoro dipendente o lavoro autonomo ma anche di capitale, fondiari o d’impresa. Perché non necessariamente gli investimenti esteri o i soldi guadagnati in altro Paese sono frutto di evasione o di fuga di capitali, ma più semplicemente di diversificazione o di esigenza lavorativa.

 E’ obbligo per il contribuente segnalare nella dichiarazione i redditi ottenuti all’estero e le somme che siano depositate oltre confine, anche se infruttifere. Si tratta spesso di risparmiatori che, volendo ottenere tassi più vantaggiosi rispetto a quelli che solitamente rimedierebbero in Italia, decidono di investire le proprie somme in altri Paesi, lecitamente. Per chi detenga legalmente soldi all’estero va quindi compilato il quadro RW del modello UNICO.

Ha sostanzialmente lo scopo di assicurare il controllo dei movimenti finanziari con l’estero e di contenere l’esportazione del contante, in particolare per quello che riguarda trasferimenti da e verso l’estero di denaro, ma anche certificati in serie o titoli attraverso non residenti, senza il tramite di intermediari residenti nei Paesi in cui si sia investito. O ancora investimenti all’estero o attività estere di natura finanziaria attraverso cui possono essere conseguiti redditi di fonte estera imponibili in Italia. E infine trasferimenti da, verso e sull’estero che nel corso dell’anno abbiano interessato gli investimenti all’estero e le attività estere di natura finanziaria.

In tutto questi trasferimenti effettuati devono avere un importo non inferiore complessivamente a 10.000 euro, mentre ovviamente non rientrano in questa categoria gli investimenti affidati in gestione o in amministrazione alle banche, alle società fiduciarie, alla società Poste italiane oppure ad altri intermediari finanziari professionali, purché siano riscossi attraverso l’intervento di un intermediario residente sul territorio nazionale.

Sul modulo dovranno essere riportati gli investimenti, cioé i beni patrimoniali collocati all’estero indipendentemente dalla effettiva produzione in Italia di redditi di fonte estera imponibili nel periodo d’imposta e attività estere di natura finanziaria, e anche quelle attività da cui derivano redditi di capitale o redditi diversi di natura finanziaria di fonte estera. Andranno indicati nella Sezione II del modulo perché potenzialmente produttive di redditi di fonte estera imponibili in Italia.

Se queste somme sono ricavate nell’esercizio di imprese commerciali, saranno assoggettate a tassazione ordinaria e inserite tra le componenti finanziarie del reddito di impresa. Invece se

percepite al di fuori dell’esercizio di imprese commerciali, sono di regola soggette a tassazione separata e vanno indicate in questo quadro nei redditi relativi al periodo di imposta in cui sono percepiti. Infine ricordiamo che il contribuente ha la facoltà di optare per la tassazione ordinaria, crocettando la casella posta nella Sezione interessata.

Banche, capitale, contante, dichiarazione dei redditi, fondiari o d’impresa, imprese commerciali, intermediari finanziari, lavoro autonomo, lavoro dipendente, Modello Unico, Poste Italiane, società fiduciarie



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