Quantitative Easing: cosa cambierà per noi e per il nostro paese

Mario_DraghiGiovedì la Bce ha varato il Quantitative easing, 60 miliardi al mese per l’acquisto di bond fino a settembre 2016. Con il “Qe” la Banca centrale stampa moneta e poi compra sul mercato finanziario titoli di Stato (o di altro tipo). Obiettivo: far risalire l’inflazione e aumentare domanda e crescita. La conseguenza dovrebbe essere secondo Draghi che il prezzo dei titoli salirà (perché ci sarà più domanda) e il loro rendimento, cioè il tasso di interesse che ogni Stato pagherà per finanziare il proprio debito, scenderà. Cosa cambierà dopo “l’operazione Bce”? Il primo effetto sperato: maggiori possibilità di accedere a mutui o prestiti sia per i cittadini sia per le imprese con conseguente rilancio degli investimenti e ripresa dell’export a causa della valuta debole. Per lo Stato: interessi più bassi sul debito pubblico.

In poche parole con il quantitative easing il Governo avrà maggiori risorse da destinare a provvedimenti per la crescita. Nel frattempo le banche, alleggerite dal peso dei titoli pubblici, potranno tornare a finanziare. Uno degli effetti più devastanti della crisi è stata proprio la stretta creditizia, quel “credit crunch” che unito a una pressione fiscale da record ha annientato la capacità – e perfino la voglia – di fare impresa. Ecco, la scommessa di Draghi è che, acquistando titoli di Stato, le banche possano ricavare liquidità da impiegare fornendo credito a famiglie e aziende Prestiti e mutui dovrebbero essere concessi più facilmente e a condizioni più favorevoli.

Intanto, più si stampa moneta, più la valuta si deprezza e la svalutazione dell’euro, insieme al calo dei rendimenti dei titoli di Stato, sono le conseguenze dirette dell’iniezione di liquidità ad opera della Bce, capaci a loro volta di generare gli effetti “a catena” di cui stiamo parlando. La conseguenza di un euro debole è un export forte, altro punto a favore delle tante imprese dissanguate dalla crisi. Al tempo stesso, l’aumento dell’offerta di moneta crea inflazione. Almeno questo è quello che ci si augura!

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