I nuovi tagli sulla politica di Cottarelli

I tagli alla politica di Carlo CottarelliNel piano elaborato dal commissario per la Spending Review Carlo Cottarelli, e affidato ora ai rappresentati del Governo Renzi, è presente un corposo piano di tagli alla politica che va a sfiorare il miliardo di nuovi introiti per le casse pubbliche. Si tratta del denaro necessario per avviare la riforma economica che sia l’Europa che i cittadini italiani ormai da tempo richiedono a gran voce alle nostre istituzioni. I tagli ai costi della politica non andranno a consistere semplicemente nelle auto blu messe all’asta, all’iniziativa di Renzi si dovrebbe infatti andare ad affiancare una manovra d’urto che prevede tagli più decisi al finanziamento pubblico ai partiti, alle risorse per gli enti locali e agli organi costituzionali o di rilevanza costituzionale.

Se il piano di Cottarelli venisse accettato nella sua interezza, andrebbe a portare nelle casse dello Stato esattamente 900milioni di euro. E si può subito notare un decisivo cambiamento di rotta rispetto a quanto fatto dal governo Letta in materia di finanziamento ai partiti: viene bocciata l’idea di una riduzione graduale del finanziamento, e viene proposto un taglio netto e immediato. In questo modo si vanno a placare i motivi di protesta sul finanziamento pubblico dei quali i Cinque Stelle si erano fatti portavoce in parlamento.

Per quanto riguarda gli Enti locali, Cottarelli prevede una forte riduzione della spesa derivante dall’accorpamento dei comuni al di sotto dei cinquemila abitanti, una riduzione dei consiglieri e un taglio sui loro stipendi. Ma il tema più forte e popolare portato avanti dal nuovo piano della spending review riguarda la lotta contro i vitalizi dei parlamentari: verrà imposto il divieto tassativo del cumulo delle pensioni.

Il piano di Cottarelli pare vada a mettere d’accordo una vasta aria del Parlamento e dimostra di essere gradito anche da larga parte della popolazione italiana. Tuttavia per il momento il commissario non ha rivelato i dettagli dell’operazione ai giornalisti, limitandosi a passare il suo lavoro direttamente al governo.

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