Le famiglie italiane spendono sempre meno

Febbraio ormai è passato da qualche mese, e i consumi in Italia sono scesi per l’ennesima volta a conferma del fatto,  che l’appuntamento con la ripresa degli acquisti da parte delle famiglie è posticipato.

 

 

In particolare, in base alle rilevazioni fatte dalla Confcommercio, i consumi nel febbraio scorso sono scesi su base annua del 4% con cali sensibili della domanda sia per i beni, che per i servizi.

Il tutto, secondo quanto emerge dall’ICC, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio, è anche il frutto della riduzione delle capacità di spesa che, non a caso, ha comportato per i capitoli delle cosiddette “spese non obbligate” delle contrazioni accentuate.

Nello specifico, si è abbassata di molto,  la domanda di servizi ricreativi, alloggi e servizi di ristorazione; in rosso anche la domanda di servizi per la mobilità, in particolare per il trasporto aereo e per l’auto in virtù del fatto che a febbraio la ripresa della domanda collegata agli incentivi statali non aveva ancora manifestato tutti i suoi effetti positivi.
Negativa quindi, anche la domanda da parte dei consumatori di calzature, abbigliamento e beni e servizi per la casa.
Giù anche la domanda di generi alimentari in termini di quantità acquistate dalle famiglie sia in virtù del calo dei redditi, sia per effetto del mancato ribasso dei prezzi nonostante il ridimensionamento dell’indice dei prezzi al consumo elaborato dall’ISTAT.
In questo contesto il comportamento delle famiglie, seppure vincolato a ridurre i consumi, appare comunque molto meno negativo rispetto a quanto fatto registrare da altri settori della domanda interna, come per esempio il settore degli investimenti.
«L’Italia si trova a dover affrontare una doppia crisi – sottolineano gli studi effettuati dalla Confcommercio – una strutturale e una congiunturale, che si sovrappongono e che ci faranno uscire nel 2010 allo stesso livello del 2000, “bruciando” 10 anni di crescita: l’Italia arretrerà in modo maggiore rispetto agli altri Paesi, che nel frattempo sono cresciuti più e meglio di noi».
Dopo gli aiuti alle banche, alle auto, agli elettrodomestici, all’edilizia, Confcommercio pensa soprattutto alle  famiglie italiane, e chiede una redistribuzione di ricchezza agendo sulla leva fiscale.
Sono quindi necessarie – conclude Confcommercio – misure più incisive da parte del Governo per sostenere e irrobustire il fragile e temporaneo orientamento psicologico positivo delle famiglie, evidenziato dalla recente indagine Censis – Confcommercio e confermato anche dalla ripresa del clima di fiducia a gennaio e a febbraio rilevata dall’ISAE.

Fonte: Prestitoblog.it

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