Previdenza complementare: tante agevolazioni e sconti fiscali

Salgono gli iscritti e i rendimenti, i fondi pensione complementari sembrano aver riscosso un certo successo nel 2008, lo testimonia la Covip. Il crescente consenso raccolto da queste forme integrative di previdenza è anche dovuto ad alcuni significativi vantaggi fiscali cui sono soggette. Sottoscrivere una forma di previdenza integrativa, sia essa un fondo pensione di categoria, un fondo pensione aperto o un Piano individuale di previdenza (Pip), permette di beneficiare di alcuni sconti in dichiarazione.

Tassazione più leggera
La pressione fiscale applicata sui rendimenti finanziari dei fondi pensione (e dei Pip) gode di un regime agevolato: questi prodotti sono infatti tassati all’11% invece della normale aliquota del 12,5% normalmente applicata ai fondi comuni.
Anche il capitale finale accumulato gode di un trattamento favorevole da parte del fisco. La tassazione applicata infatti è del 15% contro il 23% che in media sconta il gruzzolo accantonato con il Trattamento di fine rapporto (Tfr).

Agevolazioni
Ulteriori agevolazioni sono poi previste per quanti aderiscano ad un fondo per oltre 15 anni. L’aliquota fiscale finale per questi lavoratori sarà applicata pari allo 0,30% per ogni anno successivo al sedicesimo fino a un massimo di 35 anni: in questo modo il lavoratore che aderisce per 35 anni si vedrà tassato il montante previdenziale accumulato prima della pensione al 9% anziché il 15% (e il 23% del Tfr). Nello specifico la legge parla di anni di adesione e non di anni di versamenti. Questo vuol dire che se un lavoratore al primo impiego aderisce, per esempio, a un fondo pensione aperto anche con una piccola somma (sono sufficienti 50 o 100 euro) fa partire il tempo di adesione senza per questo essere obbligato a versare il Tfr nel fondo pensione. Il vantaggio, però, è che quando deciderà di passare dal trattamento di fine rapporto a una forma di previdenza integrativa, avrà già accumulato un buon numero di anni utili per scalare l’aliquota fiscale finale del 15%.

I padri per i figli
Buone notizia per i padri sui 45-55 anni che, una volta terminata l’attività lavorativa, decidano di effettuare dei versamenti annui in un fondo pensione a favore del figlio minore a loro carico. I vantaggi sono molteplici. Da un lato può dedurre dai redditi le somme versate fino a 5.164 euro all’anno. Poi favorisce nel figlio l’apprendimento della problematica previdenziale e, non certo meno importante, assicura al minore un capitale che, in virtù delle rigide norme sui fondi pensione, non potrà essere sperperato: infatti raggiunta la maggiore età, il figlio sarà nelle condizioni di riscattare non più del 30% della somma accumulata per le proprie esigenze (studio, viaggi, acquisto di un’automobile o di un motorino).

Fonte: Soldiblog.it

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