Microsoft: è possibile ricevere rimborsi per un sistema operativo mai utilizzato?

Chiunque sia intenzionato a comprare un Pc sa quanto difficile, se non impossibile, sia trovare un personal computer che non contenga di base un sistema operativo integrato, e certamente, inutile sottolinearlo, che ad avere la meglio è l’oramai onnipresente Windows.

Certamente non si può dire che la Microsoft sia un ente filantropico quindi, quel sistema operativo installato preventivamente, fa si che il prezzo del computer aumenti, e nemmeno di poco.

Negli ultimi anni parecchi consumatori hanno deciso di provare a chiedere, come loro diritto, il rimborso per un sistema operativo che non avrebbero mai utilizzato, certamente la trafila burocratica non è stata di così facile accesso, in quanto numerosi sono solitamente i rimpalli di responsabilità tra le case di produzione e la Microsoft stessa, ma nonostante la difficile e ardimentosa prova, qualcuno è riuscito ugualmente ad ottenere il famoso rimborso.

Fino a qualche mese fa, la situazione era pressoché questa, da un lato c’erano i consumatori e dall’altra i produttori che miravano a rendere l’iter dei rimborsi un vero e proprio calvario, ma nonostante difficoltà ed incertezze, il rimborso era comunque previsto.

Questo fino a qualche giorno fa, però, in quanto la nota compagnia Dell ha modificato le carte le tavola scatenando un vero e proprio vespaio di polemiche.

Infatti nonostante qualche anno fa la stessa Dell abbia acconsentito ad un rimborso, quest’anno ha deciso arbitrariamente di rifiutare la richiesta di restituzione del danaro da parte di un nuovo acquirente, affermando, di fronte agli occhi increduli dell’utente stesso, che il sistema operativo fesse assolutamente gratuito.

Le associazioni dei consumatori impazzano, in quanto è oramai risaputo che alcun sistema operativo Microsoft viene fornito in maniera del tutto gratuita sul Pc appena acquistato, quindi, tutti i consumatori che volessero scegliere sistemi alternativi come Ubuntu, potranno richiedere il rimborso, nonostante le case produttrici scoraggino quest’ultimi a farlo.

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