Discount, un italiano su quattro fa spesa lì

Il sondaggio potrà anche essere considerato di parte, ma certamente fotografa al meglio le scelte degli italiani: secondo i dati raccolti dalla SWG, in un’inchiesta commissionata da Coldiretti, il 25% degli italiani nel 2011 ha incrementato le visite nei discount per effettuare la propria spesa, soprattutto per quel che riguarda i generi alimentari.

Secondo l’indagine c’è la “tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, cui però può corrispondere anche una bassa qualità con il rischio che il risparmio sia solo apparente”.

Perché in fondo il problema di fondo resta questo e divide il pubblico: la qualità offerta dai prodotti che si comprano nei supermercati dai prezzi contenuti può essere pari a quello che si trova normalmente al mercato, nel negozio di fiducia o ancora nella Grande Distribuzione?

La Coldiretti ovviamente una sua tesi ce l’ha: “Risparmiare oltre un certo limite sul cibo può significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente, con effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone. L’aumento degli acquisti nei discount è accompagnato dal fenomeno di riduzione significativa dei negozi tradizionali, che determina anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani”.

Detto questo, non esistono dati certi e incontrovertibili che attestino come la qualità dei prodotti da discount sia così effettivamente inferiore rispetto a quelli di quelli, a cominciare da frutta e verdura, che si trovano sugli altri banchi alimentari. Vero è invece che le abitudini alimentari, soprattutto per quello che riguarda la spesa, degli italiani negli ultimi anni sono cambiate e non di poco. D’altronde la chiusura o comunque la crisi prolungata che vivono i negozi a conduzione familiare non è strettamente legata alla nascita dei discount.

Il problema di fondo restano i continui aumenti di tasse e accise che incidono pesantemente sulle materie prime, oltre che una filiera che dal produttore al consumatore fa verificare ancora troppi passaggi. Su questo dovrebbe lavorare il governo, ovviamente stringendo accordi con i produttori, non solo quelli nostrani.

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