Via l’Iva o via l’Imu: il Governo davanti a un bivio

Governo e aumento IvaIn questi giorni le massime cariche dello stato continuano a professare la necessità della stabilità politica, e di conseguenza l’importanza del Governo delle larghe intese. Eppure la confusione che persiste in materia di Iva e Imu conferma che continua a regnare l’instabilità politica, alimentata da due partiti politici coinvolti in un’alleanza impossibile. Nonostante le promesse e i progetti su futuri provvedimenti, appare irrealizzabile eliminare l’Imposta municipale unica e, contemporaneamente, evitare l’aumento dell’Iva al 22%. L’Italia non ha abbastanza soldi.

L’insicurezza sulle future manovre del Governo Letta è palesata dalle accese discussioni che vedono in questi giorni gli esponenti del Pd e quelli del Pdl su posizioni diametralmente opposte; non mancano poi le spaccature sull’argomento all’interno dello stesso Partito Democratico. Così che, se la cancellazione dell’Imu resta per ora soltanto una promessa governativa, l’Iva al 22% è ormai legge che entrerà in vigore il prossimo ottobre. Evitare l’ennesima stangata sulle spalle dei consumatori sembra ormai impresa impossibile, un miliardo di euro in meno di due settimane è difficile da trovare, eppure l’instabilità del Governo potrebbe avere risvolti clamorosi: l’Imu potrebbe essere confermata.

D’altro canto sono numerosi gli esponenti del Pd che, come il viceministro dell’Economia Fassina, vedrebbero in modo positivo una tale prospettiva, nella convinzione che si vada così realmente ad aiutare i cittadini e favorire la ripresa economica. L’alternativa a tutto questo, nel caso l’Iva salisse al 22%, è invece l’abbassamento del cuneo fiscale. Ovvero un alleggerimento delle imposte sul lavoro che andrebbe a coinvolgere soltanto settori specifici e che, per questo motivo, da molti è visto come un inutile foglia di fico. Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi della Confcommercio, è convinto che “L’Iva non è altro che il cuneo fiscale sui consumi. E comunque se scatterà l’aumento dell’aliquota vorrà dire che scomparirà uno 0,1% di consumi potenziali. Più che la ripresina vedremo una stagnazione.

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