Nuove tasse: meno Irpef e più Iva

Meno Irpef, più Iva e soprattutto una stretta ancora maggiore agli evasori. Si può sintetizzare così il piano del governo Monti per la politica fiscale da seguire nei prossimi mesi, con un peso più rilevante per le imposte indirette rispetto a quelle dirette.

Programma certo realistico ma anche ambizioso, soprattutto per le resistenze che potrebbe trovare.

A dare man forte ai propositi del governo le cifre che snocciolano gli studi dei settori interessati. Secondo le ultime ricerche della Cgia infatti l’Italia ha un livello di tassazione sulle dirette intesse come Irpef, Ires e le altre pari al 14,5% del Pil, mentre quelle indirette a partire da Iva e accise, incidono sul prodotto interno lordo per il 13,9%. Numeri che pongono il nostro Paese solo alle spalle di Danimarca (29,6%), Svezia (19,4%) e il Regno Unito (15,6%) in quelli della Comunità Europea.

Ecco perché il governo punta, come specificato direttamente da Monti, ad un “riequilibrio del sistema impositivo nella tassazione dei redditi finanziari”. A questo andrà accompagnata una decisa lotta all’evasione, che partirà dalla revisione degli estimi catastali in modo che si possano evitare i continui fenomeni di sottostime che erodono i conti dello Stato.

Scrive ancora il presidente del Consiglio che le misure tenderanno “all’attribuzione della rendita catastale presunta, in presenza di fabbricati mai dichiarati in catasto, nelle more della regolarizzazione catastale, anche mediante stipulazione di convenzioni con le categorie professionali” e altre mireranno “alla verifica della sussistenza dei requisiti di ruralità dei fabbricati e alla revisione dei classamenti, su iniziativa dei Comuni, per i casi di sperequazione e/o mancato aggiornamento degli imponibili, dovuto ad omissioni dei contribuenti”.

Accanto alla lotta all’evasione, soprattutto con il contrasto dei capitali che finiscono nei paradosi fiscali, verrà implementato il Fondo sul quale finiranno i soldi recuperati dalla lotta all’evasione e che sarà costituito al più presto, in modo da poter ridistribuire ai cittadini onesti queste risorse, investendole anche in riduzione delle imposte per i più virtuosi.

E a stretto giro di posta sono arrivate le prime reazioni. Come quelle della Confcommercio secondo la quale “”spostare il prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette non é la soluzione perché l’Italia ha necessità di una riduzione netta della pressione fiscale complessiva”. Per il segretario del Pd, Bersani, va bene tassare le rendite finanziarie, meno caricare le imposte indirette perché “maneggiare questo tipo di tassazione e’ sempre molto delicato in un paese come il nostro”.

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