Irpef, un taglio che soddisfa pochi

Più che i numeri snocciolati dal governo, con il leggero taglio dell’Irpef e l’aumento di un punto dell’Iva dal 1° luglio prossimo, per capire quello che possa essere l’effettivo peso di questa manovra sulle tasche degli italiani voluta dalla Legge di Stabilità 2012-2013 servono i conti in tasca con l’effettiva portata del provvedimento.

 E la Cgia di Mestre ha dimostrato come il costo complessivo per le famiglie italiane sarà pari a 2,5 miliardi di euro, soprattutto quando la norma andrà a regime per un anno intero (ossia nel 2014) e di conseguenza i prezzi al consumo ne saranno fortemente influenzati. In pratica con l’Iva all’11 e al 22 per cento a seconda del genere a cui si applichi, con una diminuzione del carico fiscale sui redditi pari a cinque miliardi di euro, l’aumento dell’Iva sarà uguale a 6,5 miliardi e il taglio delle agevolazioni fiscali pari a un miliardo. Inoltre il provvedimento di riduzione dell’Irpef non andrà assolutamente ad agevolare quei circa 8 milioni che dichiarano redditi ben al di sotto della soglia e che quindi non la pagavano già, mentre ovviamente si ritroveranno a dover pagare di più i generi di consumo.

Ma quali sono in concreto i risparmi portati dalla riduzione dell’aliquota del’Irpef? In pratica quelle sotto i 15 mila euro passeranno dal 23 al 22 per cento e quelle sotto i 28 mila euro passeranno dal 27 al 26 per cento. Al lordo le riduzioni vanno dai 150 ai 250 euro fino a redditi di 26 mila euro, cifra che rappresenta circa l’80% dei contribuenti italiani mentre sopra i 28 mila euro di reddito, il vantaggio sarà di 280 euro. In realtà combinando questi vantaggi con gli svantaggi creati dalla nuova Iva, per redditi fino a 15 mila euro il beneficio per una famiglia media sarà pari a soli 99 euro l’anno.

Come a dire che il provvedimento del governo rischia di deprimere ancora di più un mercato, quello dei beni di primo consumo, che già di per sé non vive un momento particolarmente favorevole, con il solo effetto di far calare ulteriormente il Pil e aumentare l’inflazione nel Paese.

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