Federfarma contro le liberalizzazioni

E’ uno dei temi che sta facendo più discutere nelle manovre di questo governo. Oltre agli aumenti delle Tasse che coinvolgeranno gli italiani e che ci porteranno a lavorare una settimana in più per pagare le i nostri conti con lo Stato, l’altro tema clou è quelle delle liberalizzazioni.

Sul piede di guerra come sappiamo ci sono i tassisti che hanno programmato una sciopero per il 23 di gennaio e che a Bologna e Napoli sono già scesi in piazza. Ma non solo loro: in rivolta anche gli edicolanti che si erano riproposti di scioperare prima di Natale ma che poi hanno fatto un dietro front. Ma le decisioni del Governo che entro il 20 gennaio emanerà un decreto legge sulle prime liberalizzazioni mette in allerta anche i  farmacisti.

Una delle categorie che dovrebbe essere subito colpita:  attualmente nel nostro Paese sono  cinquantamila i farmacisti e  lavorano in 18mila farmacie. La legge prevede  l’apertura di un punto vendita ogni 4.000 abitanti per i Comuni sopra i 12.500 abitanti, mentre per i Comuni con popolazione inferiore il rapporto è di uno ogni 5.000 mila. Quello che ora potrebbe accadere è un forte abbassamento della soglia che toccherebbe una farmacia ogni 2.500 abitanti; si calcola che potrebbero essere aperte 7.000 nuove farmacie e che si creerebbero 30.000 posti di lavoro. Una decisione che vede la contrarietà di Federfarma che si oppone a questo abbassamento e che non disposta a concedere un abbassamento oltre 3.500 abitanti. Per avere migliori informazioni sull’argomento sui costi delle licenze dei farmacisti vi invitiamo a leggere questo articolo di risparmioeconomia

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