Crisi economica in Italia. Tra Nord e Sud chi ha avuto la meglio?

Fine della crisi economica

Il popolo italiano ha davvero guadagnato qualcosa dalla famosa “Spending review”? Dal 2007 ad oggi, cosa ci hanno guadagnato gli italiani dagli innumerevoli tagli operati dal Governo? Non c’è stata una sola realtà televisiva, istituzionale o politica che non abbia tirato in ballo (almeno una volta) la parola “taglio” spesso accompagnata dall’aggettivo “necessario”. Ci avevano assicurato si trattasse di tagli indispensabili, fondamentali per l’economia nazionale! Ma siamo davvero sicuri che tutti questi buchi per stringer la cintura siano davvero serviti al benessere del nostro paese?

A dare risposta a queste innumerevoli domande, il Sole 24 Ore che, per valutare la condizione attuale dell’economia italiana, ha pensato bene di prendere in esame alcuni parametri e confrontarli tra di loro.

Secondo il giornale, tra le regioni più colpite quelle delle Nord. Non meno dura la condizione delle province, come Ferrara, che in sette anni ha visto aumentare vertiginosamente il proprio tasso di disoccupazione passando da un 2,73% nel 2007 ad un impressionante 14, 17% nel 2013. Un aumento del 418%.

Ma Ferrara non sembra essere l’unico comune duramente colpito dalle manovre finanziaria degli ultimi anni. Molte le province dell’Emilia Romagna, del Veneto, della Lombardia e del Piemonte come Piacenza, Belluno, Bologna, Parma, Lecco, Cuneo, ad essere state messe in ginocchio dalle politiche economiche che si sono susseguite negli ultimi anni di disastroso governo.

Deboli segnali sembrano arrivare invece dal Sud Italia, in cui la situazione economica appare pressappoco sempre la stessa. L’enorme crisi del Mezzogiorno pare infatti aver attutito l’aumento di questi valori, comportando un avanzamento del tasso di disoccupazione minore.

La regina dell’inattività lavorativa, resta ancora una volta Napoli che con il suo 25,75 per cento (dato del 2013) riesce addirittura a “battere” piccole province come Enna (24,83 per cento), Foggia (21,10 per cento) e Cosenza (23,28 per cento). La città di Napoli è passata dal 12,43 per cento del 2007 a quasi il 26 per cento dei nostri giorni.

Insomma in questi lunghi anni il bilancio dell’economia italiana sembra essere oramai in caduta libera . La popolazione è più povera, c’è sempre meno lavoro e l’attività del paese sembra essersi arrestata. Chi o cosa potrà salvare la nostra Nazione da un simile ed inarrestabile declino?

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