Primo maggio aperto, sindacati in sciopero

Il primo maggio non si tocca. E così i lavoratori di Firenze e Milano sono già sul piede di guerra contro le amministrazioni comunali che hanno firmato, o stanno per farlo, un’ordinanza con la quale consentire a chi lo voglia di tenere aperta la propria attività solo nel centro storico.

Matteo Renzi, sindaco Pd del capoluogo toscano lo ha già fatto, solo per il centro storico della città favorendo così anche il flusso dei turisti, ingaggiando anche una battaglia verbale con i leader dei sindacati nazionali.

La sua mossa ha scatenato le ire dei confederali che hanno già proclamato lo sciopero generale delle commesse nonostante Renzi abbia ricordato più volte come suoi altro colleghi di città toscane, molti dei quali appartenenti al suo stesso partito, in passato lo abbiano già fatto. I sindacati in un primo tempo hanno annunciato lo sciopero regionale che però al momento non è stato ancora ufficialmente proclamato.

In ogni caso per la Festa del Lavoro resteranno chiusi i musei statali mentre l’apertura di quelli comunali è subordinata al possibile sciopero indetto dall’Unione Sindacale di Base.

E un nuovo fronte sta per aprirsi a Milano, altra città nella quale l’amministrazione comunale è favorevole alla libera apertura. “Se il comune insisterà nella sua idea di tenere i negozi aperti – ha detto Graziella Carnieri, segretario generale della Filcams Cgil – noi faremo sicuramente sciopero. Dobbiamo difendere i lavoratori sempre, specialmente il primo maggio. E’ una decisione presa senza consultarci e in più i lavoratori ora dovrebbero stravolgere i loro programmi”.

Una posizione condivisa anche dall’omologo settore della Cisl milanese, come conferma il segretario generale Luigi Pezzuolo: “Abbiamo già inviato una lettera all’assessore competente e attendiamo una risposta, ma se non c’è dialogo non esiste alternativa. Ci sembra logico non lavorare, ma alla vigilia di competizioni elettorali evidentemente le cose di buon senso non esistono più”.

 

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