Se avete ancora dubbi sui contratti d’affitto, ora arriva una guida dell’Agenzia delle Entrate che mette nero sui bianco tutte le nuove regole da seguire, sia per il locatario che per il locatore di un immobile.
Dal 2014 sono entrati ufficialmente in gioco il modello di versamento F24 elementi identificativi (ossia il F24 Elide) che si deve utilizzare per pagare tutto quello che è collegato ai contratti di affitto come l’imposta di bollo e di registro, ma anche il modello Rli da utilizzare per la registrazione dei contratti di affitto
Quindi il proprietario di un immobile che stipula un contratto senza aderire al regime della cedolare secca sarà libero di concordare liberamente il canone ma dovrà anche pagare un’imposta sostitutiva del 21% oltre all’imposta di registro pari al 2% del canone annuale, moltiplicato per il numero di anni previsti dal contratto e a quella di bollo (pari a 16 euro ogni 4 facciate scritte oppure ogni 100 righe per ogni copia del contratto da registrare). Invece chi sceglie la cedolare secca dovrà accettare un canone concordato, rinunciando alla possibilità di chiederne l’aggiornamento, ma pagherà un’imposta fissa pari al 10% fino al 2017, al posto dell’Irpef e delle sue addizionali, dell’imposta di registro e di quella di bollo.
In caso di mancata o tardiva registrazione del contratto di affitto la sanzione prevista va da un minimo del 120 fino al 140% dell’imposta di registro dovuta. Chi nasconde, anche solo in parte, il canone dovrà corrispondere una percentuale tra il 200 e il 400% della differenza tra l’imposta di registro effettivamente dovuta e quella applicata. Invece per il tardivo pagamento dell’imposta si dovrà pagare il 30% dell’imposta versata in ritardo.
Sono previste anche le indicazioni relative alle possibili detrazioni a favore degli inquilini. Anzitutto ci sono quelle per i locatari a basso reddito, ossia 300 euro se il reddito non supera i 15.493,71 euro o ancora 150 euro se il reddito è superiore alla somma precedentemente indicata, ma comunque inferiore ai 30.978,41 euro. Infine i giovani tra i 20 e i 30 anni hanno diritto a una detrazione pari a 991,60 euro per tre anni, a patto che il loro reddito non superi i 15.493,71 euro.