I giovani industriali: senza crescita siamo un paese morto

Al convegno dei giovani industriali, svoltosi a Santa Margherita Ligure, si discute in particolar modo di responsabilità e riforme, correlate con il delicato periodo che sta attraversando l’economia italiana.
La situazione, secondo quanto sostenuto all’interno dell’assemblea, è seria e richiede uno sforzo comune di tutte le parti in causa per poterne uscire.

I sacrifici non terminano con la manovra, ma includono ognuno di noi: gli imprenditori sottolineano anche come senza rigore l’Italia è un paese senza via d’uscita, ma senza crescita la definizione è quella di “morti”.
Dalle parole della presidentessa Federica Guidi, emerge come la classe politica ha grandi colpe, ma nessuno si deve escludere dal circolo vizioso che ha portato l’economia italiana in questo stato: dalla società civile, passando per l’opinione pubblica, fino allo stesso sistema imprenditoriale.
La Guidi ha evidenziato la necessità di creare un nuovo clima, fondato sulla democrazia della responsabilità, tra politici, funzionari e tutti i privati cittadini: insomma, un nuovo patto sociale.
Infine, viene elogiato il lavoro del ministro Tremonti, a cui è stato riconosciuto il merito di aver combattuto contro chi voleva tornare, durante la crisi, all’Italia della spesa pubblica, come negli anni ’70.

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