La ripresa dell’economia globale arriverà nel 2010. Ma prima ci sarà un 2009 duro, con un ulteriore indebolimento rispetto alla situazione attuale. Le previsioni sono del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che a seguito della tradizionale riunione bimestrale della Banca internazionale dei regolamenti ha spiegato che i mercati finanziari non hanno ancora pienamente incorporato le iniziative di sostegno prese finora dai Governi e dalle Banche Centrali. Trichet ha inoltre detto che nell’incontro della Bri non era in discussione un’azione coordinata degli Istituti di emissione. Tra i banchieri, ha aggiunto, se da una parte «c’è una visione generalizzata di una congiuntura globale in significativo rallentamento nel 2009, con l’economia industrializzata che probabilmente accuserà dati negativi, dall’altra c’è anche la visione che questa dovrebbe recuperare nel 2010». E sarà una ripresa «significativa».
La fiducia per risalire. Tornando all’analisi del presente, il governatore ha detto che «siamo di fronte ad una spirale negativa fra settore finanziario ed economia reale». E’ questo uno dei motivi per cui siamo di fronte a questo «significativo rallentamento globale», che coinvolge economia, finanza e industria. Ne risentono anche le economie emergenti, inizialmente immuni alla crisi. «Ora più che mai» sottolinea Trichet, «è essenziale recuperare la fiducia, perchè può assorbire una parte del rallentamento. Il canale della fiducia è fondamentale, ora può agire in modo positivo dopo che in passato è avvenuto il contrario».
Bene le politiche espansive dei Governi. Sottolineando che «niente di ciò che dico può essere letto per interpretare le future decisioni della Bce», che giovedì si riunirà per decidere sui livelli dei tassi di Eurolandia, Trichet ha ribadito ancora una volta «l’importanza di ancorare le attese sull’inflazione». Allo stesso tempo, interrogato sulla possibilità che le politiche espansive adottate da molti governi possano avere ripercussioni negative sui prezzi, Trichet ha spiegato che «è un fatto positivo che ci siano diversi Paesi con margini di manovra sulle politiche di bilancio ed è bene che vengano utilizzati». Altrimenti, ha spiegato il numero uno della Bce, è preferibile che i governi ricorrano ad altri strumenti per cercare di risollevare l’economia.
Fonte: Ilsole24ore