Se ne parla per ora ancora poco, ma se il decreto firmato dal ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini dovesse effettivamente diventare legge, allora l’equo compenso per la ‘copia privata‘ diventerebbe una tassa ineludibile per tutti.
Ma di cosa si tratta i concreto? Il principio è corretto, perché la Siae e quindi chi produce qualsiasi genere di prodotto che debba essere gravato di diritti d’autore, devono incassarli. Detto questo, però, le cifre della tassa che si vuole imporre sono esagerate. Perché per il principio “chiunque abbia un pc, un tablet o uno smartphone copia (un film, un cd, un programma) e quindi ruba” rischia d’ora in poi di costare salato.
Come anticipa ‘Il Fatto Quotidiano’ si dovranno pagare 5,20 euro per ogni pc, non importa quali siano le sue caratteristiche, e la stessa cifra anche per uno smartphone o un tablet con capacità di memoria superiore a 32 Giga mentre si pagano 3, 4 o 4,80 euro se la capacità è inferiore, fino a 8 giga, da 8 a 16 giga o da 16 a 32 giga. E ancora 4 euro per televisori dotati di capacità di registrazione e fino a 20 euro per un hard disk mentre sono 9 per una pendrive Usb. Aumeti che in certi casi sfiorano il 500 per cento e che hanno ovviamente scatenato i consumatori.
Dal Ministero si sono affrettati a puntualizzare che comunque questa tassa graverà sui produttori di questi strumenti tecnologici e non sui consumatori finali, ma nessuno ci crede, perché è evidente e facile pensare che alle Case basti aumentare i prezzi alla vendita di quel poco che sarà dovuto alo Stato con la nuova tassa per rientrare della spesa. In ogni caso molte associazioni di consumatori, tra cui Altroconsumo, hanno già preannunciato che impugneranno il decreto e quindi i tempi comunque si allungheranno.