Buoni Vacanze Italia, sono finiti i soldi

Erano partiti poco più di due anni fa con il governo Berlusconi, ma ormai i Buoni Vacanze Italia sono arrivati al capolinea. L’attuale governo infatti ha comunicato a tutti gli Enti interessati che i fondi pubblici sono finiti e quindi questi strumento, nato per venire incontro ai nuclei familiari meno abbienti, non sarà più finanziato.

Sostanzialmente i BVI erano nati per favorire il turismo sociale e venire incontro a quelle famiglie numerose o a quei pensionati sotto una certa soglia di reddito che non avevano la concreta possibilità di spendere soldi per andare in vacanza. Un turismo per tutti, quindi, a prezzi molto più accessibili grazie anche alle convenzioni con Regioni, Comuni, ma anche associazioni tipo Cral.

Il principio era semplice: si ritiravano i Buoni e si partiva, con destinazione tutte le aziende turistiche e gli operatori che avevano sottoscritto la convenzione e che quindi erano pagati direttamente dallo Stato, anche se ovviamente lo si poteva fare solo in Italia. Ora il ministro del Turismo e per lo Sport Piero Gnudi, ovviamente rispondendo ad esigenze complessive di bilancio del governo Monti, ha comunicato che verrà cancellato il finanziamento per il 2012 , bloccando l’erogazione dei fondi già stabiliti per il 2011 e limitandone l’emissione di quelli già percepiti sino al prossimo 9 settembre.

Facendo due conti, complessivamente in questi due anni sono stati spesi per finanziare questo progetto 9 milioni come contributo pubblico per una spesa complessiva vicina ai 23 milioni di euro e soprattutto sono state coinvolte 25 mila famiglie, per un totale di circa 35 mila persone, con 10 mila operatori turistici che hanno aderito al progetto.

I Buoni Vacanze sono stati usati per il 75% da famiglie, la maggior parte delle quali composte da 3 o 4 persone con un reddito complessivo inferiore ai 20-25 mila euro mentre il 25% sono stati i single. E soprattutto nei due anni di emissione la richiesta di Buoni Vacanze è aumentata del 40%.
Ora però i soldi sono finiti e con buona pace di chi sinora ne aveva usufruito, famiglie ma anche operatori turistici che potevano avere un flusso continuo in diversi periodi dell’anno. In un periodo di semplificazioni e di rilancio dell’economia non è un segnale confortante.

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