Ue: debito pubblico in Italia desta preoccupazione

Il debito italiano è preoccupante. Lo ha ribadito oggi il commissario Ue agli Affari Economici, Joaquin Almunia, nel corso della presentazione delle nuove stime della Commissione. Almunia ha confermato che la prossima settimana verranno rese note le raccomandazioni per la correzione del deficit anche per l’Italia. Uno dei problemi fondamentali è, appunto, secondo Almunia, quello del peso degli oneri del debito “che sono pari al 5% del prodotto, un livello superiore a qualsiasi altro Paese”. Con un peso di questa natura l’Italia “non può finanziare investimenti in formazione e in infrastrutture di cui invece avrebbe bisogno”. Nel dettaglio la Commissione Europea prevede per l’Italia un Pil 2009 a quota -4,7%, mentre nel 2010 dovrebbe salire a +0,7% e nel 2011 all’1,4%. Il rapporto deficit/Pil è visto a quota 5,3% nel 2009 e nel 2010, al 5,1% nel 2011. Il debito è in netta risalita a 114,6% nel 2009, a 116,7% nel 2010 e a 117,8% nel 2011.

Il giudizio della Commissione sulla ripresa post-crisi non è dei migliori, una ripresa che “sarà moderata e anche quando prenderà piede le debolezze strutturali incluso il debito pubblico molto elevato continueranno a pesare sull’economia”. Complessivamente dal primo trimestre 2008 al secondo trimestre 2009 la perdita cumulativa del Pil in Italia è stata del 6,5%, simile a quella registrata in Germania “ma più alta della maggior parte dei paesi dell’Eurozona”.

Le politiche del Governo in risposta alla crisi “sono state limitate dalla fragilità delle finanze pubbliche in particolare dal debito pubblico molto elevato”. Gli sforzi sono stati “limitati” a riallocare la spesa pubblica verso quei settori necessari a rafforzare la crescita limitando l’impatto per i gruppi sociali più vulnerabili.

La ripresa italiana sarà dunque moderata trimestre su trimestre. Nella seconda metà di quest’anno la crescita recupererà un pò di forza. Cionostante la profondità della caduta della produzione significa che per il 2009 nel suo complesso l’Italia registrerà la più brusca caduta da decenni.

Peraltro, nota Bruxelles, la caduta dell’economia è cominciata prima dell’approfondirsi della crisi finanziaria a causa di problemi strutturali tra i quali la bassa crescita della produttività che “ha indebolito l’economia”. Nonostante qualche miglioramento nella seconda metà dell’anno dell’export, i volumi declineranno di oltre il 20% su base annua. Il contributo netto dell’esportazione sarà negativo e si verificherà una “drastica riduzione del già basso grado di apertura dell’economia”.

La spesa per investimenti calerà di oltre il 12% in termini di volumi nel 2009. Grazie agli incentivi fiscali per l’acquisto di beni durevoli (soprattutto rottamazione auto), i consumi privati hanno avuto una “ripresa dolce” nel secondo trimestre e tale ripresa guadagnerà forza nel resto dell’anno trasferendo nel 2010 un impulso positivo.

Qualche certezza in più arriva da Moody’s secondo cui le prospettive del rating sovrano dell’Italia restano stabili, nonostante le rilevanti sfide socio-economiche che la crisi economica globale sta ponendo al Paese. Inoltre il previsto deterioramento del debito pubblico italiano è compatibile con una capacità di aggiustamento nel medio lungo termine.

Fonte: Milanofinanza.it

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