Fiat-Chrysler: vendita congelata dalla Corte Suprema

Fiat e Chrysler hanno chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di decidere prima del 15 giugno. Da segnalare che nella giornata di ieri, 8 giugno, il giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg aveva deciso di congelare la vendita di Chrysler a Fiat «fino a nuovo ordine».

Rassicurazioni erano invece arrivate nelle ultime ore dall’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, che aveva escluso categoricamente il ritiro dall’ alleanza, anche se il perfezionamento dell’accordo avesse superato la data del 15 giugno, scadenza che permetterebbe a Fiat di ritirarsi dall’alleanza. E invece un comunicato dell’azienda torinese ha placato l’ottimismo iniziale: «Se la vendita non sarà completata subito, non ci sarà alcuna assicurazione che una transazione sostitutiva possa essere strutturata in modo tale da preservare ogni aspetto di Chrysler, in quanto azienda funzionante», si legge nella nota.
La Fiat scrive tra l’altro che «il punto cruciale che i fondi pensione dell’Indiana ignorano è che
se la transazione di vendita approvata dal tribunale fallimentare non andrà in porto entro il 15 giugno 2009, si concluderà in base ai suoi stessi termini».
Il Lingotto precisa inoltre che l’unica eccezione prevista per una proroga di 30 giorni «è inapplicabile» perchè ci sono già stati tutti i via libera attesi. «La conclusione automatica – prosegue la Fiat – riflette il delicato equilibrio tra gli interessi dei numerosi azionisti nel salvataggio della Chrysler e il riconoscimento che dopo il 15 giugno 2009 il probabile deterioramento delle fortune della Chrysler significherebbero che nessuno di questi azionisti vorrebbe continuare ad essere vincolato dall’accordo originale».

«Chrysler potrebbe essere costretta alla liquidazione anche se Fiat continuerà a mostrare l’intenzione di partecipare alla transazione». E’ quanto ha detto l’avvocato dello stato Elena Kagan, stando a quanto riportato dal sito Detroit Free Press. Sia Fiat che Chryler hanno chiesto alla Corte Suprema di agire prima del 15 giugno.

 

La decisione della Corte Suprema Usa

La Corte Suprema Usa, chiamata a pronunciarsi sulla vendita della Chrysler alla Fiat, ha ritardato l’operazione. Lo scrive il Wall Street Journal online. In un’ordinanza la Il giudice Ruth Bader Ginsburg ha affermato che la vendita è «sospesa fino a nuovo ordine». Una precisazione che potrebbe implicare un ritardo anche solo temporaneo. La notizia arriva poche ore dopo che la Casa Bianca aveva invitato la massima magistratura statunitense a respingere la richiesta di rinviare la vendita delle attività di Chrysler alla nuova società di cui fa parte anche Fiat. Secondo il governo il rinvio avrebbe «gravi conseguenze» per Chrysler.

La Corte Suprema è stata chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della cessione della Chrysler a Fiat dopo che tre fondi pensione dell’Indiana, che sono opposti fin dall’inizio all’operazione, hanno consegnato alla Corte, ultimo grado di giurisdizione, un ricorso d’appello d’emergenza per tentare di bloccare la vendita della casa automobilistica Usa al Lingotto. La richiesta di «congelamento» della transazione, formalizzata pochi minuti prima della mezzanotte tra sabato e domenica, è giunta dopo che venerdì scorso la Corte federale di appello di New York aveva confermato il parere positivo del tribunale fallimentare alla vendita di asset di Chrysler al Lingotto, rigettando di fatto un primo ricorso che era stato presentato dagli stessi fondi pensione.

La richiesta dei tre fondi dell’Indiana è quella di prolungare il blocco della vendita a Fiat. «In assenza di un blocco – si legge nel ricorso – la Corte sarà privata dell’opportunità di decidere su questioni legali critiche e rilevanti a livello nazionale collegate alla gestione dell’economia da parte del governo degli Stati Uniti». Anche perchè «il fallimento della Chrysler porta profonde implicazioni per l’economia della Nazione e quasi ognuno ne percepisce l’impatto».

Fonte: Ilsole24ore.com

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