Il Tutto Compreso conviene davvero?

La società del consumo, in tempi di crisi e depressione economica, sa bene come trasformarsi -in poche e semplici mosse-  in società delle offerte e degli sconti più selvaggi. Basta guardarsi un po’ intorno per vedere volantini e reclame che pubblicizzano prodotti a prezzi incredibilmente sotto costo.Per non parlare delle moderne campagne promozionali basate sul “Tutto Compreso”.

Oramai sono sempre più numerosi i marchi che basano la propria politica commerciale sulla logica del Tutto Compreso, dai tablet ai telefoni cellulari, dalle automobili all’energia elettrica.  Ed è proprio della nuova offerte tutto compreso di luce e gas che si è occupata la nota associazione a protezione dei consumatori Adiconsum che, attraverso un‘attenta analisi della promozione, ha valutato l‘effettiva convenienza dei famosi pacchetti all inclusive in campo energetico.

Iniziamo con il dire che scegliendo la formula del tutto compreso il cliente si impegna a pagare una cifra fissa al di la dei consumi effettivi. Una teoria, in apparenza, foriera di grandissimi risparmi. Eppure non è sempre così. Prima di acquistare i famosi pacchetti infatti, ogni utente deve valutare approfonditamente se l’offerta ben si sposa con le proprie esigenze.

I dati negativi da tener presente sono i seguenti.

  • I contratti “All Inclusive” spesso sono pubblicizzati a prezzo nudo, ovvero senza Iva e costi collaterali. Questo comporta in molti casi aggravi di oltre il 14%
  • Nel caso in cui si oltrepassa il limite mensile previsto, il prezzo dell’energia elettrica in esubero raggiunge costi a dir poco proibitivi
  • Il costo rimane inalterato anche durante eventuali periodi di assenza

Insomma, il tutto compreso può anche convenire, ma non sempre e non a tutti. Può trasformasi in un’ottima opzione per tutti coloro che seguono con attenzione le spese di casa, che monitorano quotidianamente i consumi effettuati e i costi derivanti da questi, e per chi non si allontana mai dal proprio appartamento.

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