Consumi, bollette e spese vive frenano le famiglie italiane

Almeno una famiglia su cinque in Italia nei primi sei mesi del 2011 ha speso più di quello che ha guadagnato, dovendo ricorrere almeno per il 65% di loro ai propri risparmi e oltre il 50% dei nuclei familiari italiani ha utilizzato sinora tutto il reddito disponibile per affrontare le spese.

E’ quello che emerge dal rapporto semestrale di Confcommercio e Censis che fotografa i consumi e il clima di fiducia delle famiglie italiane.

Dall’indagine è emerso l’aumento delle famiglie che nella prima parte dell’anno hanno accresciuto i consumi, passando dal 48,3% del secondo semestre 2010 ad un più confortante 54,3%. Ma la crescita è dovuta in gran parte alla spesa per parcheggi e benzina (per il 63,1% delle famiglie), oltre ai generi alimentari (per il 51%), alle spese per le attività dei figli (51,0%), per la salute (49,7%)  e per le bollette (45,5%) mentre resta difficile mettere soldi da parte.

Solo il 7% delle famiglie, infatti, riesce a risparmiare risorse importanti per affrontare spese quali l’acquisto di una casa anche se l’investimento negli immobili continua a confermarsi il miglior investimento possibile dei risparmi. Dall’inchiesta è anche emerso come almeno due famiglie su tre prevedano di mantenere invariate le spese nei prossimi sei mesi. Quindi se da un lato si conferma una timida ripresa dei consumi, dall’altro c’è una quota fissa di spese non dilazionabili che vedono al primo posto le bollette e le utenze, sempre più care.

Non è ancora allarme rosso, ma il potere d’acquisto si è ridimensionato e l’utilizzo da parte di molte famiglie italiane dei risparmi fa intuire una grande incertezza sul futuro, soprattutto ora che gli effetti della nuova manovra economica ovviamente non sono ancora tangibili. Ecco perché le stime di crescita dell’Italia non sono destinate a migliorare di molto: il PIL, che ad inizio anno era stato valutato in crescita dell’1% probabilmente si attesterà sullo 0,8%, così come nel 2012 non crescerà di più dell’1% e nel 2013 dell’1,1%.

“Il taglio delle agevolazioni fiscali – sottolinea il presidente di Confcommercio, Giuliano Sangalli – e il prevedibile aumento complessivo delle tasse provocherà un ulteriore effetto depressivo sui consumi e la crescita. Occorre un’iniezione di fiducia, di coesione sociale: la politica e il Parlamento mettano in campo provvedimenti efficaci per rilanciare l’economia”.

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