Il Partito Democratico ha scelto l’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, quale reggente per il periodo che porterà da qui al nuovo congresso, che molto probabilmente si terrà ad ottobre. La scelta è stata annunciata ieri sera, quando mancavano poche ore all’apertura dell’assemblea nazionale e per evitare che vi si arrivasse senza nemmeno un nome di riferimento. Pare che il nome di Epifani sia frutto di lunghe mediazioni e di veti incrociati tra le correnti, che hanno di volta in volta azzoppato i nomi di altri pretendenti. E’ il caso di Anna Finocchiaro, che avrebbe potuto essere la prima donna a guidare il PD, mentre su di lei si sono concentrati i veti dell’ala bersaniana e del Gruppo Espresso per il famoso episodio della spesa all’Ikea, quando la senatrice è stata ripresa mesi or sono a fare spingere il carrello dalla scorta. Soltanto il mese scorso, la stessa Finocchiaro fu contrastata dai renziani nella corsa al Quirinale, proprio con il sindaco fiorentino che accampò la stessa ragione.
Il compito di Epifani non sarà facile. Il quarto segretario del partito in soli sei anni di vita dovrà guidare il PD fino al congresso e tenerlo unito, quando ciascuna corrente o pseudo-tale tende ad andare per conto proprio.
Nato politicamente nelle file del Partito Socialista, questo dato per molti nel partito sarebbe un elemento negativo, tanto che anche oggi potrebbero registrarsi diversi mugugni in assemblea, anche se quasi certamente non ci saranno problemi all’ufficializzazione della sua carica. Il problema non è tanto la maggioranza o meno di oggi, quanto la percentuale di chi uscirà allo scoperto come opposizione interna e, soprattutto, se il partito sarà in grado di marciare unito dentro il governo per i prossimi mesi.
