PD a rischio scissione. E ora Bersani tratta con Silvio

Renzi attacca Bersani. E PD ora tratta con PDLLe dichiarazioni del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, per cui si starebbe perdendo tempo ai danni dell’Italia e il PD o tratta con Berlusconi o chieda di andare al voto sono parse a tutti per quello che sono: un ultimatum. Si vocifera che nelle due Camere, Renzi avrebbe dalla sua una cinquantina di parlamentari, tra PD e montiani, in grado non solo di creare un movimento trasversale in vista di nuove elezioni, bensì pure di scardinare i giochi per l’elezione del nuovo capo dello stato.

L’ipotesi di una scissione nel PD è data molto alta, per quanto ad oggi nessuno ne parli espressamente e lo stesso Renzi la respinga sdegnato. Tuttavia, è un fatto che i tuoni del sindaco contro il segretario Pierluigi Bersani hanno scosso il partito, tanto che la strategia su governo e crisi politica starebbe cambiando.

Bersani starebbe trattando sotto traccia con il leader del centro-destra, Silvio Berlusconi, su Quirinale e governo. Le ipotesi allo studio sarebbero principalmente due: un capo dello stato di derivazione PD, ma gradito pure al centro-destra, in cambio di un governo a guida Bersani, i cui ministri potrebbero non dispiacere allo stesso PDL, magari non estrazione diretta del PD. In alternativa, il Cavaliere punta a un capo dello stato dichiaratamente espressione del centro-destra, con Bersani a capo di un governo marcatamente politico. Se non dovessero esserci ministri del PDL, in ogni caso potrebbe essere un esecutivo PD.

Sullo sfondo non scompare lo sbocco di nuove elezioni a giugno o ad ottobre. Anzi, a volere parlare chiaro, pare che le chance di votare per la seconda volta in pochi mesi siano aumentate, perché il centro-destra non vedrebbe male le urne, essendo dato vincente nei sondaggi, mentre Bersani le considera ormai il male minore, per mettere nell’angolo Renzi. E’ probabile, quindi, che una tregua tra PD e PDL possa essere raggiunta solo in vista dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, ma che la strada verso il voto si apra subito dopo.

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