Tasse, in arrivo l’imposta sulle bevande gassate

E’ una guerra senza quartiere quella che il governo Monti ha messo in campo per recuperare risorse finanziarie. Quella contro l’evasione fiscale è sacrosanta, ma alcune proposte sembrano perlomeno bizzarre.

Come la nuova tassa, che al momento è soltanto allo studio ma non è ancora concreta, che andrebbe a colpire tutte le bevande gassate.

In pratica si tratterebbe di un prelievo, che viene catalogato come ‘limitato’ di tre centesimi su ogni lattina da 33 centilitri di tutte le bibite di normale consumo in Italia. L’idea è partita dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha bocciato la proposta di estenderla a tutto il cibo considerato spazzatura (a partire da quello dei fast food), ma ha ammesso che stanno pensando a questa nuova imposta su “bevande zuccherate e gassate”.

I soldi incassati andrebbero a finanziare così “iniziative di rafforzamento di campagne di prevenzione e di promozione di corretti stili di vita e ad alcuni interventi mirati in campo sanitario. Un prelievo di tre centesimi – ha sottolineato il ministro – non crea problemi né ai consumatori né ai produttori e manda un segnale all’opinione pubblica di attenzione per un problema sottovalutato dalle famiglie, visto che metà dei nostri ragazzi consuma troppe bevande gassate e zuccherate”.

Tutto corretto dal punto di vista della salute, anche se ovviamente le diverse associazioni di categoria hanno colto la palla al balzo per portare avanti le loro tesi. Così AssoBibe, ossia l’Associazione dei produttori di bevande analcoliche, ha ovviamente bocciato subito la proposta: “Una tassa che colpisce esclusivamente le bevande analcoliche gassate è immotivata, discriminatoria e pertanto inaccettabile”. E fa notare come bevande analcoliche gassate in Italia contribuiscono per meno del 2% all’apporto calorico medio quotidiano, ma in compenso sono già tassate al 21% dall’aliquota Iva a fronte di una media europea pari al 16,5%. In più si andrebbero a penalizzare sia i consumatori che l’intera filiera produttiva.

Invece la Col diretti cavalca la proposta avanzando l’ipotesi di arricchire tutte le bevande con maggiore quantità di frutta vera e non surrogati. Certo una maniera in più per far muovere il mercato, ma volete mettere il gusto di bersi un chinotto, una tonica oppure una limonata fresca anche d’estate senza dover pensare a quello che ci costa?.

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