Tasse e accise, nel 2014 spese per 1.171 euro in più

Non ci sono solo la reintroduzione dell’Ici, che andrà a completare il pacchetto della nuova imposta comunale Imu, e l’aumento degli estimi catastali a popolare gli incubi degli italiani.

Perché le nuove accise sui carburanti e la crescita di altri due punti dell’Iva, anche se dal secondo semestre 2011, si annunciano come un altro salasso per i consumatori.

I conti li hanno fatti in fretta Federconsumatori e Adusbef che, mettendo insieme tutte le nuove spese da affrontare per una famiglia composta da tre persone e con un reddito netto complessivo di poco superiore ai 30mila euro, prevedono dal 2014 una spesa ulteriore di 1.173 euro che potrebbero salire sino a 3.200 euro mettendo anche assieme quello che era stato già deciso dal governo Berlusconi.

Secondo la Cgia di Mestre, invece, le spese derivanti dall’ultima manovra saranno pari a circa 635 euro, anche se l’organizzazione non ha messo in conto i 10 miliardi previsti dagli aggiustamenti operati dal governo Monti e che sono destinati a sostenere le imprese né i 4 miliardi di risorse che dovrebbero evitare il taglio delle agevolazioni nel 2012. Quindi i conti rischiano di essere superiori, più vicini comunque alle previsioni di Adusbef e Federconsumatori.

Queste ultime hanno anche stimato che l’insieme dei provvedimenti economici futuri porteranno entro il 2014 ad un calo complessivo nel potere d’acquisto del 7,7% ogni anno. Come se avere una macchina o un conto in banca fosse diventato un lusso e non più solo una necessità. Tanto che l’aumento di spese per la prima casa sarà pari a 440 euro, quello per la benzina porterà ad una spesa maggiorata di 120 euro, l’Iva costerà almeno 270 euro in più visto che colpirà anche prodotti di prima necessità come i generi alimentari. E in più si pagheranno 47 euro per un deposito bancario fino a 50.000 euro e 90 euro per l’aumento dello 0,3% dell’addizionale regionale.

Quindi le organizzazioni dei consumatori chiedono urgentemente interventi a sostegno del potere di acquisto delle famiglie con redditi medio-bassi, sia con politiche fiscali che con sostegni sociali, in modo da respingere lo spettro della recessione economica e le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza.

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